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Sri Lanka

Era molto tempo che desideravo fare un sup trip oltre i confini europei e soprattutto provare la sensazione del caldo e del sole estivo nei nostri mesi invernali. E sì, sono un incallito snowboarder e sciatore, ma, potendo scegliere, forse complice l’età che avanza, non ho molti dubbi tra la neve e qualche settimana a svernare al caldo.

La scelta è caduta sullo Sri Lanka, paese di cui avevo sentito molto parlare nei racconti di viaggio di amici che mi descrivevano la loro esperienza con un entusiasmo ed una nostalgia, non lasciando molto spazio a dubbi sulla bellezza dei posti e sulla qualità delle onde.

Lo Sri Lanka è surfabile tutto l’anno, ma nella nostra estate è preferibile recarsi nella zona sud orientale di Arugam Bay, mentre in inverno (il periodo scelto da me), sicuramente il lato migliore è quello a sud ovest (Ikkaduwa – Midigama – Mirissa).

Organizzo e prenoto tutto per conto mio, dal biglietto aereo con la Quatar Airways (ottima compagnia aerea che consente il trasporto di tavole da surf purchè l’imballo non superi per misura dei tre lati, i 3 metri) con breve scalo a Doha, alla residenza (Surfing Villa di Arthur e Barbara) a Ahangama proprio davanti allo spot di Kabalana.

La scelta della residenza è molto importante, io ho incrociato le offerte su booking con le immagini reali su google earth per essere sicuro di scegliere un posto davanti al mare e vicino agli spot più interessanti.

La scelta si è rivelata azzeccata; Surfin Villa è proprio davanti alla spiaggia di Kabalana, (basta attraversare, con molta attenzione, la strada statale che collega Weligama a Galle); la struttura è gestita da una famiglia di polacchi che si sono trasferiti in Sri Lanka dopo lo tsunami, che si sono dimostrati sempre molto gentili e attenti alle nostre richieste; inoltre la surf house è fornita di wi fi e di una grande piscina proprio di fronte alle stanze.

Ovviamente ci sono moltissime altre scelte possibili e per tutte le tasche (ci sono anche resort lussuosi e molto cari prevalentemente orientati al turismo Russo) ma noi siamo surf camperisti e non abbiamo bisogno di confort eccessivi, solo di un posto tranquillo, pulito e a contatto con la natura.

Arrivati a Colombo, (dopo due tratte di circa 6 ore l’una con due ore di scalo), veniamo accolti dal nostro driver (Barbara ci aveva organizzato il trasferimento a Kabalana – circa 3 ore di macchina) e abbiamo il primo impatto oltre che con il caldo asfissiante della capitale, con il loro “stile” di guida al limite del suicidio. Questo è uno dei pochi aspetti negativi dello Sri Lanka; viaggiare sulle loro strade è più o meno sempre una roulette russa, che si prenda un bus, una macchina o un tuk tuk (api che possono portare fino a tre persone e molte tavole sul tetto). Per questo motivo, oltre al fatto che hanno la guida a sinistra, personalmente sconsiglio di affittare mezzi in loco (macchine o motorini), perché per quanto comunque pericoloso, i locali hanno una maggiore percezione e abitudine al traffico locale e i tuk tuk sono molto economici e se necessario è possibile organizzarsi con il conducente per essere ripresi al termine dell’uscita per il rientro a casa.

La zona di Mirissa può essere divisa in tre ulteriori zone surfistiche: la zona a sud con diversi spot il cui più lontano, (ma ancora raggiungibile anche con un tuk tuk) è la bellissima baia di Hiriketiya, la zona a nord dove c’è la maggior concentrazione di spot (tra i più famosi FishermanJungle Beach – Ram’s e Lazy left a MidigamaInsight, Kabalana e Koggala) ed infine la grandissima baia di Weligama.

Non mi dilungherò molto sugli spot in quanto sul web si potranno trovare decine di recensioni dato che la scelta è abbastanza soggettiva e condizionata dalla disciplina praticata (short – long o sup) e dalle condizioni meteo (swell e vento).

Personalmente ho fatto surf a Jungle beach (che è anche molto scenografico e attraente per gli accompagnatori non serfisti), a Lezy left (onda più morbida ma comunque picco impegnativo e abbastanza affollato), a Weligama (che al pomeriggio con il vento era uno dei pochi spot praticabili anche se pieno di scuole), in una occasione a Hireketiyia (bellissima spiaggia dove ho affittato un longboard) e soprattutto vicino la nostra surfing Villa al mattino presto nella baietta accanto all’hotel Insight (spot molto facile anche se con onda non particolarmente ripida, sicuramente più adatto al sup che non alle tavolette).

Kabalana, purtroppo, pur essendo proprio davanti alla nostra surf house non ha mai offerto condizioni facili. Lo spot sul reef è affollato e molto tecnico con onde di misura maggiore della media della zona e molto veloci, mentre il beach break non sopporta la misura per cui con swell anche di poco sotto al metro presenta onde comunque di misura, tendenti al close out.

Le condizioni sono sicuramente migliori al mattino presto in quanto già dalle 11 si comincia ad alzare vento che, nel periodo in cui sono stato io (seconda metà di febbraio), dopo pranzo, diventava veramente forte rendendo il mare troppo attivo.

Per quanto riguarda il cibo sono rimasto molto soddisfatto. Premesso che mi piace il gusto orientale e che le loro spezie sono comunque più delicate rispetto a quelle dell’India continentale, si trova facilmente pesce fresco a buon prezzo e pollo, molto meno altro tipo di carne; in compenso il riso è ottimo, saltato in padella secondo la loro tradizione e la frutta davvero molto varia e deliziosa, così come i frullati e le noci di cocco.

Una delle specialità di street food più mangiate e apprezzate è il kottu, a basi di pezzettini sminuzzati di paratha (il pane indiano) fritti che viene mescolato a tanti diversi ingredienti a scelta, come verdure, carni, uova, formaggio, ecc. Il tutto viene naturalmente speziato e cotto sulla piastra calda.

Il vino c’è ma non è di grande qualità, mentre per quanto riguarda la birra ci si può affidare al loro marchio nazionale (Lion Beer). Ovviamente lo Sri Lanka è il paese del Te Ceylon di cui il paese è tra i maggiori produttori del mondo. E’ opportuno ricordare però che nel giorno in cui la luna è piena (full moon) però è vietato vendere alcolici e ai trasgressori sono inflitte multe salatissime.

Il tempo da gennaio ad aprile è stabile, il caldo mai troppo umido, anche se il sole è davvero fortissimo e richiede molta attenzione e di indossare maglietta o licra in caso di esposizione prolungata (anche se si è in acqua a fare surf); più si è vicini al mare più il clima è ventilato e raramente si soffre il caldo (noi non abbiamo mai acceso l’aria condizionata neppure di notte, facendoci bastare il movimento del ventilatore a pale); nella stagione secca non ci sono molte zanzare.

Dopo una giornata di surf era molto piacevole rilassarsi a bordo piscina osservando la vita di una piccola colonia di scimmie che venivano dalla retrostante jungla a stazionare sugli alberi e sul tetto della nostra stanza in cerca di cibo. Gli animali sono sacri, non c’è da temere ma non è difficile imbattersi in qualche rettile soprattutto i grossi varani (un giorno ne ho visto uno bloccare il traffico e arrampicarsi sulla ruota anteriore di un pulmino scolastico!)

Accanto Surfing Villa c’è il Ceylon Cafè uno dei locali più famosi della zona, dove qualche volta abbiamo cenato e ascoltato l’esibizione di gruppi musicali; i locali in cui mangiare o sentire musica, anche sulla spiaggia, non mancano anche se la vita più mondana è sicuramente più nella zona di Mirissa che non in quella di Ahangama.

I locali sono molto ospitali e si mettono a disposizione per qualsiasi esigenza, facendosi in quattro per risolvere eventuali problematiche dovessero insorgere durante la permanenza.

Ovviamente lo Sri Lanka offre itinerari turistici molto interessanti sia all’interno che sulla costa (l’antico insediamento di Sigiryia, il tempio di Kandy, il Tempio d’oro di Dambulla, le rovine di Polonnaruwa, le piantagioni di tè, da attraversare sul tipico treno, oltre che molti parchi naturali fantastici).

Considerato il nostro limitato tempo a disposizione (2 settimane) e il fatto che l’obiettivo primario era fare surf, abbiamo preferito organizzare delle gite partendo sempre dalla nostra surf house e approfittandone per recuperare le energie nelle giornate in cui il mare era troppo impegnativo o in quelle troppo ventose.

Oltre ad aver visitato le piantagioni di tè Cylon (con relativa degustazione), abbiamo anche visitato una fabbrica di Batik (tecnica usata per colorare i tessuti mediante la copertura a protezione delle parti che non devono essere colorate, di materiali impermeabilizzanti come argilla, resina, amido), preso il treno locale per andare nell’antica città fortificata di Galle (circa 40 km a nord), visto il tempio buddista di Weherahena a Matara e infine abbiamo dedicato un’intera giornata ad una gita al parco naturale di Udawalawa, per vedere gli elefanti (ma non solo) nel loro ambiente pluviale naturale).

Al rientro ci siamo fermati al Blow Hole, dove le onde frangendo sulla scogliera incanalano l’acqua in una grotta per essere espulse attraverso un buco nella roccia, proprio come fosse il “soffio” di una balena.

Non ci sono andato ma so che in zona è possibile anche vedere una Turtle farm (io ne ho viste tante in mare facendo sup !) e una fabbrica di medicinali naturali ayurvedici).

Un viaggio indimenticabile, condiviso con i miei grandi amici Alessandro (“il Vikingo”), Antonella e Alessio ! una meta consigliatissima adatta a tutti, surfisti e non e anche ai più giovani, purchè si abbia un minimo di spirito di adattamento e di avventura.

Considerando che l’ aeroporto di Colombo è a poco più di un’ora di aereo da Malè, un’ottima accoppiata per chi ha tempo e risorse è senz’altro quella Sri Lanka – Maldive per godere, oltre che delle onde anche degli splendidi fondali degli atolli Maldiviani. E’ bene però sapere infatti che lo Sri Lanka non ha fondali molto interessanti per le immersioni o lo snorkeling, ma che i mesi invernali non sono i migliori per le onde alle Maldive.  

Ultimi consigli:

  • Non è necessario portarsi dollari, l’euro (almeno finora) è ben accetto e sul cambio non ne approfittano più di tanto (io ho cambiato sia all’arrivo che alla partenza) in aeroporto.
  • Fate il visto turistico con anticipo dall’Italia sia per evitare file che per evitare imbrogli (in questo caso hanno tentato di vendermene uno facendomene pagare due).
  • Controllate bene misure e peso della vostra sacca, se troppo lunga non entra nei container e verrà lasciata a terra.
  • Fate in aeroporto una scheda telefonica locale (è indispensabile perché il wi fi non è il massimo ovunque e perché può servire anche per chiamare il vostro tuk tuk driver.
  • Portate il sup perché lì si trovano solo surf in affitto.
  • Lasciate spazio nel vostro bagaglio perché difficilmente resisterete alla tentazione di portare a casa qualche cosa locale comprata nei vai mercati che visiterete.
  • Se avete spazio una maschere subacquea portatela…non sono i fondali della Maldive ma neppure quelli di Ostia. 
  • Trattate sempre le corse con i tuk tuk driver ma non esagerate per non offenderli …ricordate sempre che per noi un euro è nulla per loro è un viaggio in treno fino alla capitale.
  • Portate delle scarpette da surf perché molti spot sono su reef e il reef taglia e se vi tagliate poi non è facile non infettarsi se si vuole surfare ogni giorno.
  • Portatevi le medicine necessarie perché non è facile procurarsi medicinali non da banco.
  • Le prese della corrente sono diverse ma è facile comprare a poco prezzo gli adattatori in qualsiasi supermercato.
  • Evitate ghiaccio e verdure non cotte (anche se non è il paese delle gastroenteriti meglio stare attenti).
  • Cercate in posto più vicino possibile allo spot, soprattutto se accompagnati da non surfisti; questo vi consentirà di entrare in acqua presto (anche per evitare il caldo) e godere delle condizioni migliori e poi avere tutta la giornata (fino al meritato sunset) a disposizione per girare ed esplorare i dintorni.
  • Lo Sri Lanka è ancora un luogo sicuro, ma dato che “ogni mondo e paese” non abbassate la guardia perché qualche furto può verificarsi per cui evitate se possibile di lasciare documenti, soldi e telefono incustoditi in spiaggia.