Diari di viaggio,  Europa,  Surf e Sup

Ile de Rè e Dordogna

Una volta ho letto che quando si decide di fare un viaggio bisogna sempre programmare almeno la visita di luogo nuovo e il ritorno in un posto di cui abbiamo un bel ricordo; questi elementi giovano alla nostra mente dando un significato più alto all’ esperienza di viaggio.

Con questo spirito nel 2015 ho progettato il nostro ritorno in Francia da cui mancavamo da molti anni.

A caratterizzare la scelta dei luoghi da visitare ha dato inoltre un contributo determinante il nostro attuale orientamento al SUP (stand up paddle) che ormai da qualche anno ha sostituito quasi del tutto il windsurf come attrezzatura sportiva di viaggio.  L’acquisto di due gonfiabili ad affiancare il SUP da surf e una tavola da surf tradizionale ci ha consentito di portare con noi 4 tavole (di cui una convertibile in wind surf per passeggiate occasionali) per far fronte a tutte le situazioni che si fossero presentate.

In Francia avevamo in precedenza visitato le regioni del nord, la Loira, Bretagna e Normandia, Alvernia e Massiccio centrale, Loira Atlantica ed Aquitania, Provenza, Almanarre e la zona di Leucate – Perpinan. Mancavano quindi solo alcune regioni centrali sia continentali che atlantiche alla nostra conoscenza e queste quindi diventeranno la meta del nostro surf trip di quest’anno.

Il tempo a disposizione sfortunatamente non è molto (il lavoro non mi concede tre settimane consecutive) per cui si rende necessario ottimizzare tutto e pianificare bene le soste e trasferimenti affinchè il viaggio non risulti pesante e ci sia tempo per approfondire le zone da visitare. Nostri compagni di viaggio saranno Ivano e Anna (la sorella di Adriana) con il loro cane Leo che partendo da Modena si uniranno a noi sul passo Moncenisio per tornare indietro alla fine del tour sempre attraverso le Alpi (scelta obbligata viste le terribili temperature di stampo desertico che affliggono l’estate Italiana e che non accennano a stemperarsi).

1 tappa:  (Moncenisio –lago di Vassiviere)

Dopo aver velocemente raggiunto il Passo Moncenisio in una afosa domenica dei primi di luglio aspettiamo i nostri compagni di viaggio sostando al fresco a valle della grande diga nel parcheggio della vecchia dogana ormai abbandonata. Fa finalmente freddo e il cielo è limpido e stellato.

Al mattino ci svegliamo al fischio delle decine di marmotte che popolano il terreno circostante; una rapida colazione e iniziamo la discesa verso Modane, tra ruscelli, pascoli verdi e incantevoli viste alpine sulle montagne e sui ghiacciai francesi. A Modane sostiamo per fare un po’ di spesa e poi ripartiamo per Lione e poi Clermond Ferrand. Alcuni tratti ci obbligano all’ autostrada e dobbiamo fare i conti con i costi elevatissimi del servizio francese solo in parte compensati dal minor prezzo del carburante (nei distributori davanti ai centri commerciali il gasolio costa 1,11 – 1.15 euro contro una media di 1.35 in Italia). Alcune volte il camper è riconosciuto come classe 2 ma più di frequente come classe 3 (soprattutto quando il pagamento è automatico) e la trasferta di costerà quasi 90 euro di autostrada.

In serata stanchi e accaldati arriviamo al lago di Vassiviere e troviamo subito un camping (con adiacente area di sosta) proprio sulle sponde del lago. Optiamo per il camping visto il costo irrisorio per stare più in ombra e vicino all’ acqua. L’escursione termica è fortissima e nonostante il caldo all’arrivo la notte dormiamo con la copertina.

Il lago è splendido, fuori dalle rotte del turismo di massa, frequentato prevalentemente da francesi e con servizi molto apprezzabili. Il camping è semivuoto e molto verde, dotato di wifi gratuito e addirittura di una sala biliardo gratuita. Ci sono 30 km di piste ciclabili che girano intorno al lago e un servizio di piccoli traghetti che trasportano anche le bici (nel caso si decidesse di interrompere la pedalata per stanchezza). Al centro del lago vi è poi un’isoletta collegata con un ponte su cui si erge un castello circondato da un bel parco tutto ciclabile. L’isola è raggiungibile facilmente anche in Sup dal campeggio. Il camping ha poi una spiaggia sabbiosa che consente di rinfrescarsi nuotando nelle pulite acque antistanti.

Trascorriamo a Vassiviere due giorni per riposarci dalla lunga trasferta e per divertirci sia con le bici che con i sup.  

2 tappa: Ile de Re

Lasciamo Vassiviere dopo pranzo dato che la distanza con la Rochelle non è moltissima (circa 280 km).

Attraversiamo la regione del Cognac e le lunghe distese di vigneti ai bordi della strada; al tramonto siamo alla Rochelle e attraversiamo il lungo ponte (a pagamento – 16 euro solo all’andata) che collega Ile de re alla terraferma.

Punto dritto su Les Grenettes che risulta essere uno dei migliori spot di surf dell’isola. La scelta si rivelerà azzeccatissima; già all’arrivo con la luce crepuscolare delle 22 posso apprezzare le condizioni dello spot; lunghe sinistre di oltre un metro si srotolano una dietro l’altra e ancora qualche surfista le cavalca nonostante il buio ormai incipiente. Dormiamo al parcheggio della spiaggia e dai camper si vede il mare e il rumore delle onde mi farà addormentare con un sentimento positivo e grandi aspettative.

Al mattino infatti trovo una condizione paradisiaca (in verità la migliore di tutta la vacanza) e non esito un attimo a sfruttarla. Sono tra i primi (avendo dormito in loco) e la prima ora surfo praticamente in solitaria. Poi mano a mano arrivano decine di surfisti ma la condizione rimane di grandissima qualità e c’è spazio per tutti. In acqua poi c’è grande amicizia e rispetto e zero localismo. Il livello è alto; arrivano 3 ragazzi con i sup (una ragazza era già in acqua con me dalla mattina presto) e ora siamo in 5 ! 2 Fanatic Pro un Gong XTR cortissimo e il mio Kazuma a inanellare manovre su sinistre lunghe e glassy ! I 3 ragazzi francesi si muovono come dei pro e vedo finalmente surfare dal vivo come non mi era mai capitato prima.

Al termine della session lasciamo Les Grenettes diretti alla Bois Plage per cercare un camping in cui sostare con maggiore comodità. Il camping più vicino al mare è Les Amis de la Plage ma è pieno per cui troviamo posto nella adiacente area di sosta che si rivelerà comoda ed economica ma priva di servizi essenziali (il wi fi è a pagamento, mancano i bagni – c’è solo una doccia calda esterna – e la colonnina della corrente ha solo 4 prese a fronte di una trentina di piazzole).

La spiaggia antistante è molto sabbiosa (Les Grenettes era disseminata di rocce taglienti e suggeriva di entrare con le scarpette) ma, sfortunatamente il fondo non è assolutamente all’altezza del precedente e la sosta dal punta di visto surfistico si rivelerà abbastanza deludente.

Ile de re è un’isola meravigliosa soprattutto per gli amanti della bicicletta. Una fittissima rete di piste ciclabili l’attraversa in lungo e in largo collegando tutti i paesini e invitando a fare lunghe passeggiate. Un servizio di bus navetta con carrelli è sempre pronto a riportare a casa chi fosse colpito da crisi di stanchezza non avendo valutato bene le distanze.  I panorami in bici sono molto vari: si passa da pinete a vigneti in pochi km, per poi arrivare al mare passando per grandi saline e coltivazioni di ostriche.

Per quanto riguarda il mare invece c’è da fare alcune osservazioni.   L’isola è surfabile solo sul versante esposto a sud e non ha baie protette per cui è altrettanto esposta sia agli swell provenienti da ovest che al vento nessuno che quasi puntualmente si alza all’ora di pranzo. Tale circostanza, sommata al fatto che nessuno swell è surfabile con la bassa marea fa si che le occasioni di trovare mare non attivo siano abbastanza rare. Anche il vento poi, in assenza di perturbazioni non è molto forte, più adatto al kite surf che non al wind surf almeno nei periodi di alta pressione estiva.

In definitiva spostandomi con la bici (attrezzando un carrello porta sup) riesco ad entrare in acqua tutti i giorni, ma con condizioni molto diverse rispetto a quelle meravigliose del primo giorno e sempre con mare piuttosto attivo.

3 tappa: Lacanau Ocean

Dopo 4 giorni molto piacevoli e comunque con un bel ricordo (se non altro per le decine di km percorsi in bici in una natura incontaminata) lasciamo Ile de Re diretti a Lacanau. Scendiamo tramite strade nazionali molto percorribili fino a Bordeaux e dopo aver attraversato l’imponente ponte sulla Gironda percorriamo gli ultimi 50 km di pineta per raggiungere l’oceano. Si potrebbe arrivare anche traghettando da Royan ma il costo del biglietto (circa 60 euro) non giustifica il risparmio di km (circa 80).

L’arrivo a Lacanau Ocean si rivelerà abbastanza complicato. L’unico camping (un 5 stelle) è al completo e i parcheggi sulla spiaggia sono tutti dotati di sbarre anticamper e alla fine riusciamo a trovare un parcheggio solo nelle vie cittadine. Mi affaccio al mare e trovo una situazione diciamo “delicata” sulla mia destra un picco di circa 2 mt (con serie da 3) abbastanza glassy con una decina di surfisti tutti decisamente esperti; a riva uno shore break impressionante e sulla sinistra un elicottero intento a recuperare due bagnanti letteralmente risucchiati dalla corrente  a 100 mt da riva… Rimango abbastanza preoccupato dalla scena perché sinceramente con previsioni di 1.20 – 1,30 mi sarei aspettato delle condizioni più simili a quelle di Ile de Re, mentre queste ricordano più quelle di Hossegor nei giorni in cui è medio grande.

Andiamo al centro di informazioni turistiche e ci suggeriscono di provare a trovare posto al camping di Carcans 10 km a nord di Lacanau Ocean.

Entrambi i paesi si trovano tra un grande lago naturale e l’oceano e offrono possibilità di rifugiarsi in caso di giornate troppo difficili tra le calme acque del lago sul quale si può praticare ogni genere di attività, compreso wind surf e sci nautico. Ci sono anche due impianti di Teleski per muovere i primi passi sul wake board.

A Carcans troviamo posto nel camping (35 euro al giorno con corrente) che è a 200 mt dal mare. Il camping è popolato quasi esclusivamente da surfisti e ci sono diversi camp per ragazzi (uno della Billabong). Ci sono davvero tantissimi ragazzini e ragazzine dai 10 – 12 anni in su di ogni nazione del nord Europa (soprattutto Francia e Germania) e la sera sono in tanti a sfrecciare per le stradine di fronte al camping con gli skate.

La spiaggia è enorme e pulitissima (ogni mattina viene rastrellata al cm da un trattore che inizia la sua attività alle prime luci dell’alba) e ci sono passerelle e scalette a proteggere le dune e a facilitare l’accesso al mare.  Un capitolo a parte merita la civiltà e i servizi offerti agli utenti, dai parcheggi gratuiti alla biblioteca sulla spiaggia, dalle docce e bagni pubblici perfettamente funzionanti e puliti, alle rastrelliere per legare le bici fino al servizio di informazione e controllo della spiaggia pronto ad intervenire in modo preventivo in caso qualcuno si sognasse di violare le regole ben evidenziate cui attenersi sia per accedere alla spiaggia che per fare il bagno.  

Purtroppo anche nei 3 giorni trascorsi a Carcans Plage il mare sarà troppo impegnativo per uscire in sup e avendo coscienza dei miei limiti e non vedendo altre persone in acqua con il sup opto per uscire in surf e una volta addirittura in body board. D’altra parte lo shore break è assassino con qualsiasi marea e il mare sempre molto – troppo –  attivo !

Anche in surf la vita non è facile e stante la corrente molto forte difficilmente si riesce a stare in acqua più di un’ora –un’ora e mezzo. In due giorni assistiamo ad altri 3 recuperi con l’elicottero e uno da terra da parte di un bagnino (non uno di quelli che portano le sdraio sui nostri litorali)

Insomma parto da Carcans un po’ deluso…anche stavolta sono entrato in acqua tutti i giorni ma ho fatto molta fatica e non sono riuscito ad apprezzare quel mare la cui qualità di onda non era certo all’altezza della loro misura. E dire che in acqua entravano tutti, soprattutto i ragazzini (con le scuole o meno) e qualcuno era anche davvero bravo (ho visto una pulce di 10 anni circa surfarsi onde di shore break da oltre un metro che gli si chiudevano addosso praticamente sulla battigia sotto gli occhi poco preoccupati della madre che lo riprendeva con la telecamera !

Prima di lasciare Carcans passiamo al Wake Board Park sul lago dove Alessandro darà prova di grande abilità riuscendo alla sua prima esperienza a gestire senza fatica la tavola da wake (a riprova che il kite surf non presenta difficoltà – almeno per la conduzione della tavola – per chi come noi viene da sport affini).

4 tappa: Dordogna (discesa del fiume) 

Lasciato Lacanau torniamo indietro fino a Bordeaux e riattraversata la Gironda puntiamo il navigatore su Sarlat.  Attraversiamo i vigneti del Bordeaux ed in particolare le cantine di St. Emilion (ma non ci fermiamo per evitare problemi con l’alcol test post degustazione).

In serata arriviamo a La Roque Gageac e ci fermiamo in un’area di sosta 1km prima del paese. Fa decisamente caldo e la cosa ci preoccupa e ci fa rimpiangere il clima atlantico.

L’area di sosta è perfetta !! Offre tutti i servizi tra cui (finalmente) un efficiente servizio wifi gratuito e una piscina di generose dimensioni. Ha un accesso diretto al fiume ed un sentiero che porta in paese in 5 minuti. A 100 metri c’è anche un ottimo centro per affittare le canoe (Pirates Canoe).

Al mattino preparo i gonfiabili e dopo aver preso informazioni al centro Pirates affittiamo una canoa doppia (per Alessandro e Anna) e ci prepariamo per una lunga e indimenticabile discesa sul fiume fino al castello di Les Milandes (circa 10 km).

Al centro sono gentilissimi e si offrono di riportarci i Sup a monte gratuitamente alla termine della discesa. Per tutti, poi, c’è un servizio di bus gratuito che ogni ora riporta alle basi di partenza i canoisti.

La partenza è emozionante, il fiume scorre lento accelerando di tanto in tanto in presenza di alcuni salti che formano delle piccole rapide. Ci sono decine di canoe che scendono e ad ogni curva del fiume si possono sentire le grida di sorpresa e di gioia di chi si trova davanti scenari degni di un fantasy ! Castelli si ergono su rocce a picco sul greto del fiume, la vegetazione è fitta e verdissima e rende fresca la discesa nonostante le temperature elevate. Adriana ed io siamo gli unici in sup e suscitiamo molta curiosità. Ogni tanto passano dei barconi pieni di turisti e diventiamo oggetto delle loro riprese e foto mentre ci salutano da lontano.

Ogni tanto il livello dell’acqua si abbassa (soprattutto in prossimità dei salti) e suggerisce di mettersi in ginocchio dato che un’eventuale caduta in quelle condizioni sarebbe pericolosa; per noi è l’occasione di riposarci un po’.

Ci fermiamo su una spiaggetta in prossimità di uno dei tre ponti che incontreremo lungo il percorso e riposiamo un attimo concedendoci anche un bel bagno rinfrescante.

Dopo circa due ore dalla partenza arriviamo al punto di raccolta, perfettamente in tempo per prendere l’autobus che ci riporterà al camping e da lì dopo un’oretta andiamo al centro canoe a riprendere i sup che nel frattempo erano stati riportati indietro dai gestori.

Il pomeriggio lo passiamo in piscina prima che un forte temporale estivo rompa la calura della giornata riportando (per fortuna) le temperature su livelli accettabili.

Il mattino successivo, mentre Adriana e Anna vanno a piedi in paese io risalgo il fiume per qualche km per raggiungerle e fare qualche foto anche a La Roque Gageac (considerato uno dei villaggi più belli della Francia). Alle 13 con qualche lacrima ci salutiamo con i nostri splendidi compagni di viaggio ed il loro bellissimo cane e prendiamo la strada del ritorno.

Lori si fermeranno ancora qualche giorno in Alvernia per rientrare dalle Alpi a Modena, noi invece cui dirigiamo a sud verso Perpignan e poi Barcellona ultime tappe del nostro viaggio.

5 tappa – Leucate (teleski)   

Alle 19.30 siamo a Leucate dopo aver attraversato le boscose vallate del Perigord Noir e del Lot. Ceniamo con antipasto di ostriche a centro di ostricultura e poi andiamo a dormire al parcheggio della playa della Franqui già sperimentato in precedenti viaggi.

La mattina successiva andiamo a Barcares e ci regaliamo un paio d’ore di Teleski nell’impianto più grande (1 km) e più antico (1971) di Francia.

Il rientro è stato programmato da Barcellona (a soli 200 km ) tramite traghetto delle Grimaldi con partenza alle 22 per cui ci sarà ancora tempo per fare un po’ di shopping all’ Arena di Plaza Espana.

Mai scelta migliore, vacanza prolungata di 24 ore e rientro in comoda crociera dalla quale ho scritto questo veloce report evitando la calura e il delirio di quasi 1000 km di strada.

Alla fine avremmo percorso 2900 km (contro i quasi 4000 se fossimo tornati via Genova) con una stima di circa 100 euro in più rispetto ai costi di carburante e autostrada…consigliatissimo !!!