Diari di viaggio,  Europa,  Surf trip

Croazia 2022 – Dalmazia Settentrionale

Ci eravamo lasciati ad Ugljan (isola di fronte a Zara) e alle sue splendide baie. Rieccomi per raccontarvi la seconda parte del nostro surf trip in Croazia (se volete leggere la prima parte questo è il link https://www.surftraveller.it/croazia-2022-dalmazia-meridionale/ ).

Ci imbarchiamo a Preko di prima mattina e in poco più di 30 minuti sbarchiamo a Gazenica (il porto dei ferry di Zara). L’autostrada per Zagabria che dobbiamo percorrere in parte per raggiungere  i laghi di Plitvice parte proprio da lì.

Da Zara i laghi si raggiungono in meno di 3 ore di comoda strada per altro molto suggestiva e panoramica. L’autostrada sale ripidissima (anche con un paio di tornanti) fino alla lunga galleria dello Sveti Rok da dove si esce con almeno 10 gradi di temperatura di meno. Una volta lasciata l’ autostrada, la statale, molto larga e per nulla tortuosa, attraversa un territorio collinoso e verdissimo e senza grandi difficoltà raggiungiamo il camping Korana pochi chilometri oltre le due entrate del parco.

Plitvice

Il Camping Korana è enorme e immerso nella natura; non ci sono piazzole assegnate e ti puoi fermare dove credi; sembra di essere in un grande parco americano.

Parcheggiamo il camper in una silenzionsa radura verde all’ombra di una grande quercia e dopo pranzo andiamo a fare un giro in bici sulle colline circostanti. Siamo abituati alle e-bike che non abbiamo portato con noi per scelta e le salite con le “fringuelline” (come le chiama Adriana dato che entrambe fanno il peso di una delle nostre e-mtb) la fatica si sente e ci obbliga a velocità bassissime e all’uso frequente dei rapporti più agili.

L’ entrata al parco può essere prenotata on line (cosa consigliabile per evitare sorprese e file alle casse considerando che l’ingresso è contingentato per fasce orarie). Optiamo per l’ingresso 2 (il primo che si incontra provenendo da Zara) dal quale si snoda il percorso H che è ritenuto uno dei migliori tra quelli di difficoltà intermedia. Si tratta di un giro che si riesce a concludere in circa 5 – 6 ore (senza fretta e fermandosi a fare foto) e prevede alcune tratte da fare con i mezzi messi a disposizione dal parco e il cui utilizzo è compreso nel prezzo del biglietto d’ingresso.

Dall’ entrata un trenino risale alla sommità dei laghi superiori e da lì parte il sentiero, prevalentemente in discesa, che  porta sino al lago Kozjak che viene attraversato in battello per poi raggiungere le cascate più imponenti dei laghi inferiori.

Posso dire senza timore di essere smentito che si tratta di una delle attrazioni naturali più belle d’Europa (non a caso patrimonio mondiale dell’Umanità dell’UNESCO). Non si può rimanere indifferenti di fronte ai giochi di colore e ai riflessi specchiati dei 16 laghi che si incontrano lungo il cammino. Le acque di questi laghi sono alimentate da fiumi e torrenti ricchi di sali calcarei che nel tempo hanno formato dighe e vasche naturali di travertino, collegate tra loro da centinaia di cascate più o meno grandi. E’ senz’altro opportuno programmare l’escursione in una giornata di sole (che amplifica i colori e i riflessi) e nei primi orari della mattina per evitare i momenti di massimo affollamento. Ci fermiamo in continuazione convinti che la foto che stiamo scattando sia la più bella della giornata per venire puntualmente smentiti alla curva successiva, quando un nuovo incredibile scenario si apre ai nostri occhi.

Conclusa l’escursione torniamo al camper e ripartiamo immediatamente direzione isola di Pag. Lungo la strada ci fermiamo a comprare prodotti locali (formaggio e miele) in uno dei tanti banchetti che avevamo visto all’andata.

Isola di Pag (Pago)

In poco più di due ore siamo al ponte Paski Most che collega la terraferma all’isola di Pag.

Abbiamo scelto quest’isola come ultima tappa del nostro viaggio sia perché abbastanza vicina a Zara da cui partiremo per Ancona, sia perché collegata con un ponte, ma soprattutto perché molto diversa dalle centinaia di isole sparse lungo la costa Croata.

Pag (o Pago) è un’isola in parte caratterizzata da un fantastico paesaggio lunare. E’ altresì conosciuta per il suo formaggio che viene prodotto con il latte di pecore che si alimentano con le bacche selvatiche e la salvia (il cui profumo domina l’isola);  stagionato almeno 4 mesi, ha un sapore a cavallo tra il nostro pecorino  sardo e il parmigiano e si percepiscono le note fruttate di bacca e salvia e il sapore del sale che vi si deposita trasportato dal vento. Noi abbiamo acquistato da produttori locali facili da trovare lungo la strada che conduce e Pag città fermandosi in uno dei tanti chioschi che espongono il cartello “paski sir”.

Pag è famosa anche per la lavorazione del pizzo e per la movida di alcune zone (la principale Novaglia) che noi ovviamente abbiamo accuratamente evitato.

Dietro consiglio acquisito su un forum siamo andati al camping Terra Park non lontano da Plaza Cista. Un camping abbastanza caro se si opta per le prime due file che sono proprio sul mare, ma molto accessibile se si accetta una piazzola di poco interna (comunque a meno di 30 metri dalla spiaggia). Il market è abbastanza sguarnito (ma questa è una caratteristiche che abbiamo riscontrato un po’ ovunque, nei piccoli centri) e ci sono due piccoli ristorantini. Il primo è gestito dal camping e propone sia pizzeria che piatti di pesce o pasta, il secondo è di un privato e anche se un po’ più caro, lì mangeremo uno squisito agnello con patate cotto sotto una campana di metallo nel forno a legna.

Il luogo è abbastanza selvaggio, (come piace a noi); la spiaggia è carina e finalmente abbastanza sabbiosa ed è ottimamente esposta ai venti sia da sud che di bora, un po’ meno al ponente e al maestrale che soffiano da terra per cui abbastanza rafficati.

In ogni caso la baia è molto chiusa e ci sono tante piccole imbarcazioni in acqua per cui non avrò alcuna esitazione ad uscire in wing con condizioni molto divertenti (vento sui 16 nodi) ma decisamente off shore !

L’ultimo giorno prima di partire per rientrare a Zara lasciamo il camping e percorriamo una bellissima strada sul versante est della baia per andare a vedere la spiaggia più famosa dell’ isola, Plaza Rucica.

La strada per arrivare non è sicuramente adatta a tutti i camper e anche in questo caso ringrazio il giorno in cui abbiamo deciso di acquistare un furgonato di 6 metri. Dopo aver attraversato l’ultimo villaggio abitato, una ripida salita immette su una sterrata che scende verso la spiaggia in un paesaggio roccioso arido e suggestivo. Parcheggio sul ciglio della scogliera e dato che è presto e non c’è ancora folla ne approfitto per fare qualche ripresa dall’alto con il mio Mavic mini.

La spiaggia ha piccoli ciottoli (come gran parte delle spiagge Croate) che rendono il mare trasparente e riflettono colori che vanno dal celeste al blu intenso. Dopo aver fatto più di un bagno e un secondo voletto con il drone, non senza difficoltà (nel frattempo il parcheggio si è riempito di macchine), ripartiamo per lasciare l’isola. Ci sarebbe ancora qualcosa da vedere, sia sul versante di Simuni (dove c’è un camping grande come una piccola cittadina e ricco di servizi per chi non ne può fare a meno) sia sull’ estremità nord nei pressi di Lun dove c’è il parco degli antichi ulivi (un luogo mistico con alberi che hanno più di 2000 anni). Purtroppo però per noi il tempo è finito e semmai completeremo la visita in un prossimo viaggio.

D’altra parte la nostra filosofia di viaggio prevede come scelta il godersi il viaggio senza stress, saltando qualche luogo da visitare a vantaggio della pratica dei nostri sport e dell’approfondimento del territorio nelle soste programmate.

Siamo di nuovo al ponte Paski Most; facciamo una breve deviazione sulla destra prima di attraversarlo per vedere il panorama da una fortezza abbandonata.

E finalmente siamo a Zara (Zadar), ultima tappa del nostro viaggio e porto di imbarco per rientrare in Italia.

Zara (Zadar)

Seguendo le indicazioni di Park4night, sostiamo in un comodo parcheggio di fronte al Centro Commerciale “City Galleria”. E’ prevalentemente un parking per auto dal costo veramente basso e parzialmente sorvegliato. Il parcheggio è aperto con presenza di vigilanza fino alle 22 ma consentono la sosta notturna. La posizione è perfetta perché siamo a soli 10 minuti a piedi dal centro di Zara.

Tramite una piacevole passeggiata attraverso un parco pubblico arriviamo alla porta principale della città vecchia. Vaghiamo per i vicoli e le strade interamente pedonali. E dopo aver pranzato alla taverna Sklobar (tra le più antiche della città) raggiungiamo la cattedrale di Sant’Anastasia.

Zara è stata per lungo tempo Italiana, dapprima sotto i Romani (sono visibili i resti di un antico Foro), poi tra le più importanti città della Repubblica di Venezia fino a diventare un’ exclave Italiana in seguito alla prima guerra mondiale.

L’arte Italiana (soprattutto il romanico e il bizantino) si percepisce in tutti i suoi monumenti, chiese  e nelle fortificazioni. Sulla porta di Terraferma spicca il Leone di San Marco a testimonianza della lunga presenza dei veneziani sulle coste della Dalmazia.

Nella zona a nord ovest della banchina che circonda il centro storico sono presenti due opere architettoniche originali e suggestive. Si tratta dell’“Organo marino” e del “Saluto al Sole”, entrambi progetti dell’architetto Nikola Basic. Strutturalmente realizzato come un scala che degrada sul mare, l’Organo Marino emette dei suoni dalle sue 35 canne di diversa altezza e lunghezza alimentate dal moto ondoso che impatta sulla banchina. Il Saluto al Sole invece è una piattaforma del diametro di 22 metri composta da oltre 300 lastre di vetro multistrato munite di moduli fotovoltaici in grado di immagazzinare l’energia solare durante il giorno e di restituirla attraverso un gioco di luci a led colorate che si attivano subito dopo il tramonto.

E’ un rito che non può mancare se si passa per Zara ! Assistere al tramonto ascoltando i suoni provenienti dall’ organo e osservando gli ultimi riflessi del giorno sulle onde che impattano sul molo azionandolo e poi muoversi  in armonia con la melodia di sottofondo e con le luci del Saluto al Sole che iniziano ad accendersi e a prendere vita man mano che la luce diminuisce.

E’ la nostra ultima notte in Croazia, il mattino successivo ci imbarchiamo sul traghetto della Jadrolinija che ci porterà ad Ancona in circa 7 ore passando per le prime ore di navigazione attraverso le bellissime isole che proteggono la costa, quasi fino a Lussinpiccolo.

Alcune considerazioni finali come promesso. Premettendo che sono impressioni di carattere personale e che ovviamente ognuno potrà condividerle o meno, vi dico cosa mi è piaciuto di più e cosa di meno.

Abbiamo apprezzato tantissimo la pulizia, la quasi totale assenza di degrado che abbiamo respirato durante tutto il viaggio. Strade perfette, regole rispettate che non ci hanno fatto rimpiangere l’impossibilità di fare campeggio libero, soprattutto perché non abbiamo avuto nessuna difficoltà (forse anche considerando il periodo) a trovare posto nei piccoli campeggi, spesso spartani e conduzione familiare, che abbiamo trovato ovunque lungo il cammino.

A parte il piccolo furto subito a Murter (sicuramente non opera di locali) non abbiamo mai avuto percezione di rischio e alcune isole – ci è stato confermato da chi le abita – non conoscono proprio la micro-criminalità e i furti.

Il mare è quasi sempre stupendo e, contrariamente a quanto mi aspettavo, ho trovato ovunque le condizioni per uscire in wing e nessun divieto particolare a praticarlo, ovviamente prestando attenzione alle zone di balneazione.

Il clima è stato sempre favorevole, asciutto e fresco tranne poche occasioni, ma stiamo parlando di una estate di caldo eccezionale (forse la più calda degli ultimi 30 anni in tutta Europa).

Quello che mi è piaciuto di meno invece riguarda in prevalenza il cibo. Mi sarei aspetto di trovare più taverne in grado di proporre specialità locali e invece tranne in qualche rara occasione abbiamo sempre mangiato cose molto scontate (che avrei potuto cucinarmi da solo, anche meglio, nel mio camper) e a prezzi abbastanza elevati (considerando che non erano specialità elaborate). La pizza, anche se buona, è spesso su base surgelata e cotta nel forno elettrico, mentre sia la birra (karlovacho sopra tutte) e i vini (specie quelli bianchi) li ho trovati davvero buoni nel rapporto qualità prezzo.

Il mare non ci è sembrato freddo come spesso descritto ma i fondali sono davvero poveri di pesci rispetto alle nostre isole e questo rende un po’ noioso fare snorkling. Tuttavia dato che il mare è quasi sempre calmo (anche quando c’è vento) abbiamo nuotato tantissimo come se fossimo in piscina. Forse un altro piccolo limite è dato anche dalla scarsa varietà di spiagge e scogliere che presentano spesso le medesime caratteristiche, con roccia o piccoli sassi e alberi che arrivano sino alle sponde, ricordando più un paesaggio di lago alpino che non marino.

Il rapporto con le persone del luogo è sempre stato corretto e abbiamo sempre trovato tanta gentilezza e disponibilità.

Ci tornerei ? (domanda che io stesso farei a chi torna da un viaggio per testare il vero grado di soddisfazione). Si, ci tornerei di sicuro e sempre in traghetto, perché non sono attratto dall’Istria, ed escludendola il giro sarebbe troppo faticoso e dispersivo. Vorrei invece tornare a Sabbioncello al camping Palme di Kuciste per fare wing, magari con qualche amico, traghettare per Kurzola e visitarla tutta, vorrei vedere anche Dugi Otok (che mi hanno detto essere tra le più belle isole dell’arcipelago) e poi forse scendere in Montenegro.

Speriamo che con l’avvento dell’euro a partire dal 2023, la situazione economica non peggiori e che i costi dei traghetti calino un po’ (non capisco la convenienza nel far viaggiare traghetti semivuoti piuttosto che fare delle offerte e incentivare l’utilizzo della nave e la maggior affluenza turistica anche verso il sud del paese che a nostro parere è quello che merita di più).

Quindi a rivederci Croazia !