Diari di viaggio,  Europa,  Surf e Sup

Spagna e Portogallo 2010

Sono 21 anni che non torno in Spagna, paese che amo in modo particolare anche per l’aver vissuto un periodo della mia vita a Madrid alla fine degli anni ‘80. L’idea è quella di sfuggire al caldo estivo della nostra latitudine e quindi di visitare la Galizia (zona in cui non ero mai stato) per poi ridiscendere il Portogallo sino all’ Alentejo (la regione meridionale, bucolica e disabitata, ben presentata da amici che l’avevano visitata in passato). Quello che seguirà è un report puntuale del nostro viaggio che spero possa essere di utilità ai futuri “surf travellers” e che mi aiuterà a ricordare le centinaia di posti visitati e le tante esperienze vissute in queste tre settimane.

 In via generale, (per i più frettolosi che non si vorranno concedere una pausa per leggersi tutto il racconto), posso sintetizzare le seguenti cose il nord della Spagna (come in generale la maggior parte della Spagna) è più organizzato del Portogallo più facile trovare posti in cui pernottare (a parte Barcellona), più facile trovare accessi al mare (che in compenso è ovviamente un po’ più freddo) e quindi spiagge in cui sia possibile non separarsi troppo dai nostri amati V.R. (veicoli ricreativi) il mare è generalmente freddo e richiede al nord una muta lunga, meglio se 4-3 (solo in Alentejo abbiamo fatto lunghi bagni senza muta, ma in assenza totale, o quasi, di vento) le città più grandi sono ben collegate a camping ed il pernotto in questi ultimi è la soluzione che consiglio a chi intenda visitarle evitando stress da traffico, da parcheggio e rischi di potenziali furti i portoghesi sono più chiusi degli spagnoli e non sono molto disponibili a dare suggerimenti, ciò, sommato alla scarsa presenza di camperisti (italiani e non), rende in qualche modo difficile la realizzazione di un itinerario basato sul sicuro ed efficiente “passa parola” e richiede quindi un’attenta pianificazione a monte degli spostamenti.

Le strade sono per lo più molto comode e senza pedaggio, ma quando questo è richiesto, l’eventuale strada alternativa è sicuramente sconsigliabile, a meno che non si disponga di tantissimo tempo e pazienza in Spagna il limite di velocità per i camper è di 90 km/h, velocità che, dopo aver avuto la brutta esperienza dello scoppio di una gomma posteriore con relative sbandate, suggerisco di non superare, a prescindere dalla possibilità di essere multati.

I camping sono molto economici e spesso forniti di molti servizi (piscina, WiFi ecc…) suggerisco comunque di visitarli prima, perché spesso verrà richiesto il pagamento anticipato (che comunque suggerisco di pagare giorno per giorno), per poi scoprire che il camping è sovra affollato o che magari i posti per i camper sono “relegati” a mere piazzole sulla terra, in pendenza e al sole (specie i portoghesi, non sembra abbiano capito che i V.R. possono essere una risorsa economica per il turismo e che i camperisti dovrebbero essere coccolati affinché, con il passa parola, affluiscano abbondanti); non abbiamo mai trovato una soluzione per pernottare (camping, area di sosta o altro), direttamente sul mare spesso i parcheggi sono molto lontani dal mare, per non parlare dei camping (vedi Guincho o Ericeira) che spesso sono talmente lontani (e con forti pendenze da superare) da richiedere l’uso dello stesso camper per recarsi al mare, circostanza che costringe a risvegli di buon ora per trovare il posto nei parcheggi in prossimità delle spiagge.

Il mare, oltre che essere freddo, è spesso pericoloso, non essendoci (salvo rari casi) fondali degradanti ed essendo la spiaggia soggetta (specie con l’ alta marea) al pericoloso fenomeno dello shore break, che in più di qualche caso ha mietuto vittime tra gli incauti bagnanti proprio davanti ai nostri occhi.

Il gasolio costa sensibilmente meno in Spagna che in Portogallo (che ha costi simili all’ Italia).

Fatte queste premesse, di seguito Vi propongo il report del nostro viaggio.

venerdì 16 luglio – partenza

 Partiamo da Civitavecchia con la Grimaldi (Cruise Barcellona), nave traghetto con servizi da crociera (SPA – palestra – casinò – ristorante alla carta – piscina, per bambini e per adulti – discoteca e teatro con musica dal vivo), tali da non farci sentire minimamente le 20 ore di navigazione (anche grazie alla comoda cabina con annessi servizi a disposizione per l’intero viaggio).

Avevo prenotato a marzo e, sfruttando tutte le offerte speciali di quel periodo, ho pagato solo 560 euro andate e ritorno (consigliatissimo).

Al check in chiedono i documenti di tutto l’equipaggio (bambini inclusi) per cui non fatevi sorprendere, onde evitare inutili passeggiate fino al camper (come è successo a me). Altra nota importante è che è consentito lasciare acceso il frigorifero a gas dato che i ponti sono arieggiati (noi non avevamo fatto la spesa per questo motivo siamo arrivati al lunedì senza scorte, visto che la domenica in Spagna è tutto chiuso). A bordo, sistemati in cabina, io e Arianna andiamo a sentire un gruppo che si esibiva al teatro (veramente bravi …diciamo dei JBOX versione “soft”, come li ha definiti Arianna). Poi a nanna data la stanchezza della giornata appesantita dai quasi 40 gradi della capitale.

sabato 17 luglio – la crociera

Navighiamo su un mare che sarà calmo sino alle Baleari e poi un po’ più mosso, ma la nave è grande e regge bene. Bagno in piscina, panino con hamburger sul ponte con musica latino americana e ricca pennichella pomeridiana in cabina che ci fa arrivare fino a Barcellona, poi ancora musica dal vivo sino allo sbarco. Un’unica nota negativa, a bordo l’equipaggio è composto principalmente da sud americani che stentano a comprendere anche lo spagnolo in navigazione ricevo una telefonata sul cellulare che aveva la linea grazie ad un operatore “MCP”che solo dopo scoprirò essere un costosissimo sistema satellitare che si aggancia automaticamente al gsm del telefono e, come nelle peggiori truffe, ti abbatte la scheda sia se telefoni che se ricevi (9 euro per pochi minuti di conversazione). Mi piacerebbe sapere in tasca a chi vanno questi soldi, visto che è un servizio che non ho richiesto e per il quale non è stato previsto alcun avviso preventivo relativamente agli alti costi.

Sbarchiamo puntuali alle 19 e tiriamo dritti fin quasi a Saragozza (circa 300 km) per poi fermarci in un area di servizio illuminata e aperta h24, vicino ai soliti camionisti. E’ incredibile ma ci sono 20 gradi e dobbiamo dormire coperti e con le finestre chiuse.

domenica 18 luglio – Burgos

 La notte è stata abbastanza tranquilla, non rumorosa come nelle stazioni di rifornimento in Italia e tutto sommato siamo abbastanza riposati (in nave non abbiamo certo faticato !).Seguiamo la strada nazionale N2 (o A2) che un camionista spagnolo (grande Josè) ci aveva suggerito in nave. Le strade categoria A sono ottime paragonabili alle nostre autostrade e non hanno pedaggio. Così arriviamo a Burgos in circa 3 ore proprio all’ora di pranzo.

Burgos era l’antica capitale della Castilla e patria del Cid Campeador (sepolto nella Cattedrale), cui è dedicata una splendida statua equestre. Si presenta come una città dell’Austria piste ciclabili in tutto il centro, semafori con avvisi sonori e in alcuni casi anche con timer per indicare l’attesa del verde e del rosso. Parcheggiamo vicino al museo della preistoria (Plaza Santa Margarita) e a circa 1 km dalla cattedrale che si raggiunge passeggiando lungo le ombrose sponde del fiume che attraversa la città. Pranziamo (menù turistico da schifo) nei pressi della cattedrale stessa e poi dopo la visita interna (costo 5 euro adulti – 1 euro bambini) torniamo al camper per dirigerci a Leon.

Sulla strada vediamo molti pellegrini a piedi e in bici. Deve essere durissima, specie a piedi, perché fa caldo e si cammina in scenari che ricordano le distese di grano del nord America. Anche a Leon parcheggiamo con facilità e senza dover pagare nulla (è domenica). A piedi ci incamminiamo per le vie del centro fa molto caldo (quasi 35 gradi), ma camminando all’ombra si sopporta bene perché non c’è umidità. Molti gli edifici stile imperiale e una costruzione di Gaudì che spicca sugli altri per il suo stile gotico e barocco assieme. Visitiamo la Cattedrale famosa per i rosoni multicolori e poi torniamo velocemente al camper per dirigerci alla vicina Astorga (50 km) che sappiamo avere parcheggi lungo le mura dove è consentito pernottare con il camper. Arriviamo alle 21,30 ed il sole è ancora incredibilmente alto. Dopo una rapida doccia ci prepariamo qualcosa in camper e andiamo a dormire esausti.

lunedì 19 luglio – Ferrol

Ci svegliamo con calma verso le 8.30 e andiamo a visitare la cittadina e la sua bella Cattedrale. Facciamo colazione lungo il cammino, caffè con “churros” (una specie di pastella fritta dal sapore a cavallo tra il dolce ed il salato) come nella migliore tradizione spagnola. Anche ad Astorga c’è un bellissimo edificio costruito da Gaudì, ora sede museale. Facciamo la spesa al supermercato centrale e poi partiamo direzione Ferrol, vicino a La Coruna (sono circa 290 km di ottima superstrada “doble carril”). In realtà ormai viziati dalle ottime statali spagnole commettiamo l’errore di non prendere l’autostrada che collega La Coruna a Ferrol circostanza che ci costerà almeno un’ora in più di marcia.

In Galizia, infatti, non è come nella Spagna centrale il territorio è collinare e le statali sono piene di curve e attraversano numerosi paesi con altrettante “glorietas” (rotonde) cui immettersi. Seguendo le indicazioni di un amico cerchiamo la praia di Doninos, ma sbagliamo direzione e ci troviamo nei pressi della spiaggia di Valdovino. Rassicurati dal titolare di una pompa di benzina sulla bellezza della spiaggia (pare siano molto simili tra loro), evitiamo di tornare indietro e ci rechiamo alla più vicina Valdovionos, che si trova nell’ area naturale di Fuxeira. Il parcheggio è proprio davanti al mare e la spiaggia è veramente bellissima e immensa. Una serie di dune la separa dalla laguna retrostante che è in secca e se ci fosse stato abbastanza vento sarebbe ottima per la mountain board o per il buggy. Sfortunatamente il vento che al nostro arrivo era sui 12/14 nodi cala improvvisamente e le onde, che erano sul metro di altezza, cominciano improvvisamente a salire e a frangere sempre più vicino alla spiaggia.

Ci sono solo body boarders locali in acqua, ma la situazione appare alquanto impegnativa e vengo facilmente dissuaso dall’entrare. L’altoparlante, infatti, ricorda ai bagnanti che tuffarsi “es muy perigroso” e chiede ai più sensati di collaborare evitando di fare il bagno. Io mi faccio facilmente convincere e mi metto a giocare a beach volley con i ragazzi in un pomeriggio tutto sommato caldo per la zona (30° circa).

Verso le 19 ci spostiamo alla ricerca di un campeggio e di una spiaggia più riparata. Due bagnine (si, proprio due bay watchers !) ci indicano una spiaggia a pochi km che dovrebbe essere più riparata oltre che servita da un camping migliore di quello di Valdovino (ce ne sono due, ma uno solo è quasi sul mare) che Corinto (il nostro compagno di viaggio) aveva visitato definendolo letteralmente un “indecente carnaio”.

Ci spostiamo quindi più a ovest, esattamente alla praia del Rio e, dopo aver visto la situazione dalle scogliere (onde enormi di quasi 5 mt. che entravano a barre dall’oceano per infrangersi fragorosamente sulle scogliere) entriamo nel camping quasi mio omonimo “Fontesin” (il proprietario vedendo il mio documento si farà una bella risata e mi spiegherà che il nome del suo camping trae origine dalla frase “fonte sin agua”.Il camping è piccolo e molto modesto (i servizi sono puliti ma veramente spartani), però siamo sul prato in massima tranquillità e la notte sarà favolosamente silenziosa.

martedì 20 luglio – La Coruna

 Il tramonto arriva tardissimo e i nostri orari sono ormai sballati si cena alle 22.30 e si va a dormire dopo la mezzanotte così ci svegliamo con calma verso le 9 e ci facciamo una splendida passeggiata su un sentiero lungo la scogliera godendoci la vista mozzafiato sull’oceano che spinge onde enormi nella baia.

Verso le 12 lasciamo il camping e (stavolta tramite l’autostrada) ci dirigiamo a La Coruna. L’ingresso in città è semplice (praticamente l’autostrada ci casca dentro) e seguendo più l’istinto che il navigatore arriviamo al parcheggio della Torre d’ Hercole (un faro antichissimo che domina la punta che divide il porto dalla spiaggia della città). Dopo aver mangiato un boccone, tiriamo giù le bici e, dopo una veloce salita fino al faro per qualche foto per godere della vista panoramica, ci immettiamo su una bellissima ciclabile che, con i sui quasi 20 km, sembra essere una delle più lunghe ciclabili litoranee d’Europa. La città è bellissima e vale certamente la visita. A metà ciclabile si arriva al centro della spiaggia (che potrebbe ricordare quella di San Sebastian). Ci sono surfisti in acqua che si dilettano con onde di almeno un paio di metri molto regolari e potenti. Unico neo, lo shore break veramente assassino, sicuramente non adatto a ragazzini o a neofiti. Comincia a pioviccicare e da oltre 32° si arriva a meno di 20° così che solo io decido di finire il giro della ciclabile per visitare anche la parte storica della città, (che si rivelerà altrettanto interessante). Tutti gli altri, infreddoliti, torneranno ai camper dove poi li raggiungerò verso le 18.

Ho preso informazioni all’ufficio del turismo che mi conferma le indicazioni del proprietario del camping indirizzandoci verso Noia e le spiagge di Muros nella meno aspra zona delle “Rias Bajas”.

Purtroppo quando arriviamo (dopo aver aggirato la periferia di Santiago de Compostela che visiteremo in seguito) c’è nebbia e piove e non riusciamo a valutare con facilità dove valga la pena fermarsi. Dopo aver constatato la pessima accoglienza del proprietario del camping di Ancoradoiro, considerando l’ora (sono ormai le 21.30 nonostante il sole alto) ci fermiamo a pernottare sulla strada lungo la pineta nei pressi del camping assieme ad un camper di surfers spagnoli e a tre di veronesi. Provo a puntare la parabola ma con esito nullo (speriamo sia solo per le nuvole e non per le scarse dimensioni del disco altrimenti niente Tv per tutta la vacanza). Cena e a dormire con il rumore ed il fresco dell’oceano che arrivano direttamente in mansarda !

mercoledì 21 luglio – Rias Bajas

 Ormai le abitudini sono spagnole a tutti gli effetti (pranzo alle 15, cena alle 22, e conseguentemente sveglia alle 9,30). La spiaggia di Ancoradoiro (quella alla sinistra del camping) è meravigliosa, ricorda le più belle spiagge della Sardegna e ci sono onde piccole ma molto pulite. Faccio una breve passeggiata sulla spiaggia sino alle dune che la separano dalla laguna, poi avvicino il camper e mi butto finalmente nell’oceano per una session di body board. Purtroppo la marea si sta alzando, e mano mano le onde diminuiscono di altezza cominciando a frangere sempre più vicino alla riva, (ma almeno ho fatto il primo bagno della vacanza). L’acqua è sì fredda, ma non tanto quanto immaginavo e con la muta intera si potrebbe resistere ore. Anche l’ambiente intorno ricorda la Sardegna le montagne, le rocce di granito, la macchia, la sabbia e soprattutto i colori.

Verso l’ora di pranzo comincia ad entrare un vento termico da N che si posiziona sui 12-14 nodi. Nel punto d’ingresso della spiaggia è un po’ da terra, ma se ci si spostasse a sinistra, alla fine dell’arco, potrebbe essere addirittura side-on peccato che non c’è nessuno in acqua, che il camper non è vicinissimo e soprattutto che avendo fatto body board ho esaurito le energie. Guardando il panorama si intuisce che sull’altro lato del Rias (verso Porto do Sin) lo stesso vento sarebbe molto on shore.

Seguendo i consigli della mia guida degli spot europei lasciamo quindi la splendida Ancoradoiro e, dopo aver fatto gasolio e un po’ di spesa a Noia, ci dirigiamo al camping della spiaggia di As Furnas (proprio vicino a Porto do Sin), definita dalla guida uno spot wave per principianti.

Il camping (Fraga Balada) è nuovissimo e davvero molto bello. Un immenso prato all’inglese in piano tutto per noi a soli 24 euro al giorno, con WiFi e ristorantino annesso. La spiaggia è un po’ lontana (bisogna camminare 10 minuti tra pineta e dune), ma vale sicuramente la sosta. C’è di che divertirsi qui, ottimo per il surf, per il windsurf (il vento da Nord non manca mai) e per la Mountain Bike (ci sono sentieri sterrati, passerelle lungo le dune e stradine secondarie da farsi togliere la voglia).

Dopo una meritata doccia calda io e Adriana lasciamo i ragazzi al camper con la cena pronta e ce ne andiamo al ristorante del camping per testare la cucina Gallega. Mangeremo tantissimo e bene per 12 euro a testa (se lo sapevamo non facevamo neppure la spesa). Sono le 23 e c’è ancora crepuscolo, torniamo al camper e ci addormentiamo con un po’ di televisione italiana (con un po’ di fatica ho puntato a mano la parabola scoprendo che comunque, a parte qualche tv locale, all’ estero i canali italiani, RAI e Mediaset, non sono più visibili senza apposito decoder).

giovedì 22 luglio – As Furnas

Dopo una nottata tranquillissima, veniamo svegliati dal canto del gallo. Guardo l’ora e sono le 10 (anche il gallo Gallego ha gli orari locali ). Il camping “Fraga Balada” è veramente un incanto e credo che potrebbe soddisfare ogni esigenza tanto che, se non avesse la spiaggia così lontana e se non fossimo curiosi di vedere altri posti, avrebbe potuto diventare quasi meta definitiva per la vacanza. Non mancano le onde (anche se non sono pulite come quelle francesi o comunque dei tipici spot da surf, sono comunque giuste per tutti i livelli), non manca la possibilità di scorrazzare in mountain bike, ma soprattutto sembra non mancare mai il vento, un inesorabile (almeno ora che c’è alta pressione) vento da N che soffia perfettamente side e che dopo pranzo sale di intensità per dare il meglio di sé dalle 14 al “cala sole” (n.b. il “cala sole” qui è alle 21.30 e solo il freddo e la fame farebbero desistere i più tenaci windsurfers).

Oggi le onde sono belle formate e non di rado arrivano a 2 mt.  Personalmente, dopo una estenuante uscita in body board la mattina non me la sento di entrare in acqua il pomeriggio a tenere compagnia all’ unico windsurfer di tutta la baia, (un tedesco che con una 5.2 si stava proprio divertendo a surfare le onde). E’ incredibile come con tutto quel vento e con tutto quello spazio a disposizione ci sia una sola vela in acqua (e neppure un kite). Eppure non c’è una gran corrente (l’ho testato personalmente con il body la mattina) ed il posto (anche se in totale assenza di assistenza ai bagnanti, appare sufficientemente sicuro). Per me sarà un tardo pomeriggio di bici e foto e poi una nuova buona cena a base di rombo con patate condito alla Gallega (in umido con una salsa appena piccante).

venerdì 23 luglio – As Furnas

Già tornano i surfisti (quelli veri) dalla spiaggia infatti la marea entra presto e il termico la mattina è molto attenuato, soffiando da terra, quindi le onde sono molto più pulite. Ma noi siamo in vacanza e allora con body board e skin board scendiamo in spiaggia verso le 11.30. Il vento è leggero ma fa fresco ci piazziamo a ridosso di una duna e ci accorgiamo di essere soli in un’area di circa 400 mt.

I due “Alessandri” scoprono subito il “gioco” della giornata, quello che loro stessi definiranno “sand board”, e cioè, arrampicarsi sulla duna per poi scendere surfando la sabbia sulla tavoletta da skin …un vero spasso ! Li convinco a stento a venire in acqua con me per una session di body board. Le onde sono piccole (meno di un metro, ma sempre veloci e potenti e si surfano sino alla battigia. Mentre torniamo al camper il vento si sta alzando sempre di più “invitandomi” a pensare di nuovo di uscire in wind surf. Alla fine (con grande rammarico) soprassiedo sempre per la distanza dal mare che mi obbligherebbe al carrellino e la quasi totale assenza di wind surfer in acqua (oggi sono in due in tutta la baia). Magari, ci fosse stato qualche amico windsurfer, sarei stato più stimolato e avrei superato le resistenze alla fatica e al freddo, così come accadde in Bretagna.

Con Adriana allora ci vestiamo di tutto punto e ci avventuriamo sui sentieri costieri arrivando quasi a Corrubedo (20 km andata e ritorno su sterrati, passerelle costiere e strade secondarie), un’alternativa altrettanto allettante e sicuramente meno stressante. La sera ci aspetterà una immensa Paella (veramente da urlo), che, accompagnata da due boccali grandi di birra, digerirò solo verso le 3 di notte !

sabato 24 luglio – Santiago de Compostela

Lasciamo il camping Fraga Balada prestissimo e alle 9 e mezzo siamo a Santiago di Compostela. Siamo partiti presto perché il 2010 è anno di Giubileo per Santiago, cadendo la festa del Santo (25 luglio) di domenica.

Troviamo facilmente parcheggio nei pressi dell’auditorium a 10 minuti dalla cattedrale. Man mano che passa il tempo la cittadina si riempie di pellegrini (molti li avevamo incontrati durante il nostro viaggio da Barcellona e li avevamo visti camminare, pedalare e soffrire sotto il sole e oltre 300 km di distanza da lì).C’è di tutto, dai boy scout arrivati in Bus che, dopo essersi tolti le scarpe per la rituale foto di gruppo, intonano canti e “grida di appartenenza” demenziali (mi perdonino i loro fans), a gruppi di ciclisti e camminatori veri, stremati (alcuni con i segni evidenti della sofferenza nell’ andatura e nel fisico). Noi siamo “turisti per caso” e ci sentiamo un po’ a disagio in quel contesto. Entriamo nella Cattedrale gremita di pellegrini, ma poi lasciamo il posto a chi se lo merita, anche perché sono le 11 e la messa è alle 12 (la folla è immensa e non si respira). Qualche foto ricordo e poi ripartiamo, questa volta diretti in Portogallo.

Dopo una breve sosta al Decathlon di Santiago (ci serve una muta, un body board e delle pinne in più), prendiamo l’autostrada a pagamento e puntiamo su Porto. Sono circa 200 km e non c’è traffico per cui alle 18 siamo in città e spostiamo l’orologio un’ora indietro (il Portogallo è allineato all’ orario di Greenwitch). Prima di entrare a Porto facciamo una breve deviazione per vedere Esposende la spiaggia è descritta sul mio libro Europe Spot, come un posto per tutti i livelli. C’è un bel vento teso (almeno 20 nodi) e in acqua (una specie di laguna interna separata dall’oceano da una lunga duna) ci sono almeno 30 kite surfers ed un solo windsurfer.

Sarei tentato di entrare, se non altro per togliere la polvere dalla RRD 87 lt. ma non c’è alcuna possibilità di parcheggiare. Sembra di stare a Ostia di domenica (in realtà è sabato pomeriggio) e dopo una trentina di minuti di ricerca vana, rinuncio. Ci è stato consigliato il camping “Madalena” (della catena Orbitur) a sud di Porto presso l’omonima spiaggia. Chi seguirà il nostro percorso deve essere avvisato che trovare questo camping è un po’ un’impresa. Il navigatore ci indirizza verso strade strettissime e trafficate e non ci sono indicazioni a sufficienza. A noi non resterà che spegnere il GPS e chiedere a più di un locale la strada (ci cominciamo a confrontare con il portoghese con non poche difficoltà, trattandosi di una lingua ben lontana sia dall’italiano che dallo spagnolo, che conosco bene).

Il Camping è enorme e ben organizzato, ma dobbiamo dimenticare in fretta i campeggini della Galizia. Qui a dispetto di servizi di ogni tipo, siamo in un camping “città” in cui senza una cartina è facile perdersi. I servizi sono decenti e c’è una grande piscina, oltre che campi da tennis, calcio e pallavolo. Si paga in anticipo (almeno le notti in cui si è sicuri di rimanere e ti trattengono il documento sino alla partenza). I posti sono ombreggiati da altissimi platani (o alberi simili), ma siamo sulla nuda terra e non oso immaginare cosa potrebbe accadere se venisse a piovere. C’è il Wifi e dopo cena facciamo un salto al bar dove si sta svolgendo una tristissima competizione di karaoke tra locali stonati. Ci colleghiamo un po’ ad internet per vedere le previsioni meteo (ma che le guardiamo a fare visto che danno sole per 10 giorni di seguito?) e poi a letto dato che l’indomani ci aspetta una giornata intera di visita alla città.

domenica 25 luglio – Porto

Il camping è collegato con la città da un pullman di linea (il “906!”) che con 1,5 euro in 30 minuti ti porta in pieno centro (Trinidade). Un italiano di Genova alla fermata ci consiglia di prendere il biglietto da 24 ore a 5 euro, sicuramente più conveniente se poi in città si volesse riutilizzare qualche mezzo pubblico.

Il viaggio sarà però un vero delirio l’autista si sente un pilota di formula 1 (o deve rispettare degli orari di tabella di marcia) e corre come un pazzo su strade veramente strette e piene di curve cieche. All’ arrivo ci autodefiniremo “i sopravvissuti del 906” !!Caffè Segafredo espresso al banco del bar della piazza (per la cronaca: 60 centesimi !) e poi giù per le viuzze di una città semideserta ma affascinante. Saliamo sulla Torre della chiesa di Santa Maria (200 scalini per godere di una bella vista dall’alto, ma non la migliore che, a mio giudizio, sarà quella dal Ponte costruito da Eiffel e quella dal battello).

Porto è veramente particolare, ho difficoltà a trovare delle similitudini con altre città europee o italiane che ho visitato. Può ricordare Napoli (per i vicoli maleodoranti dei quartieri centrali), ma anche Parigi (per i palazzi stile impero del centro), Lecce (per le chiese Barocche) ma anche Istanbul per le diverse viste da un lato e dall’ altro del fiume Douro.

Il caldo si fa sentire (ci sono 34 gradi) e non siamo più abituati. Pranziamo in una “Tapa” lungo il fiume (8 euro a testa caffè compreso) e poi facciamo un giro con il battello sul fiume (10 euro a testa – i bambini sotto i 12 anni non pagano – per 50 minuti di navigazione).Al ritorno siamo esausti e dopo qualche ulteriore foto a dei ragazzini che si tuffano dagli oltre 15 metri del ponte (!!!) e dopo una breve visita alle cantine del liquore Porto (noi non entriamo, ma per chi fosse interessato l’ingresso alla visita guidata di circa 20 minuti costa 4 euro a persona, degustazione inclusa), prenderemo il maledetto 906 che ci riporterà al camping per un salutare tuffo in piscina.

lunedì 26 luglio – Ericeira

La sveglia è stata programmata verso le 8 perché per la nostra prossima destinazione (Ericeira) ci sono oltre 200 km (senza contare che dobbiamo ritrovare la strada principale una volta usciti dal campeggio !). E’ tutta autostrada (abbastanza cara – circa 25 euro !) e decidiamo di uscire un po’ prima per vedere la penisola della Peniche famosa per la sua spiaggia chiamata “Supertubos” a causa delle potenti onde tubanti. Il vento è leggero e completamente da terra e le onde sono molto piccole (non sembra esserci swell). Almeno lì troviamo facilmente parcheggio lungo la stradina dietro le dune (molto vicino al mare) e ci concediamo una sosta per fare body board con i ragazzi.

Passato il pranzo lasciamo Peniche dopo esserci affacciati anche alla spiaggia a nord (ci sono onde più grandi ma disordinate e molta folla sia sulla spiaggia che in acqua), dirigendoci ad Ericeira.  Una regola importante nei viaggi la imparerò questa sera – “…mai farsi un immagine di un posto finché non ci si è stati di persona” avevo un’aspettativa enorme del posto e sognavo un camping super servito, su una delle spiagge più belle d’ Europa …sognavo di fermarmi una settimana per godere di cotanta bellezza.

Quello che ci si prospetta invece è un camping lontano da tutto (spiagge e paese) dove i camper sono relegati in uno spiazzo al sole senza un albero. Vengo sopraffatto dallo sconforto e comincio a pensare che persa quest’occasione sarà difficile trovare un altro posto con le caratteristiche desiderate e soprattutto sul mare. Commettiamo anche l’imprudenza di pagare in anticipo (in Portogallo funziona così) 2 notti e, dopo aver scoperto che anche la piscina era a pagamento e che le docce erano sempre fredde, me ne andrò a letto avvilito e deluso.

martedì 27 luglio – Ribeira d’Ihlas

Passata la notte bisogna prendere delle decisioni. Nel camping non c’è Wifi e quindi abbiamo potuto acquisire qualche informazione solo telefonando in Italia ad un paio di amici affinché facessero qualche ricerca per noi. Le risposte sono tutte negative in Portogallo i Camping sul mare, sugli spot, praticamente non esistono (forse il Guincho dato a 200 mt dal mare ed uno sempre dell’ Orbitur sulla costa di Caparica a sud di Lisbona – poi però verificheremo che entrambi sono a quasi 2 km dal mare). Capiamo che dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento rispetto alle aspettative altrimenti ci saremmo inutilmente rovinati il fegato. Così decidiamo di usare il Camper come una macchina ed il campeggio come un’area di sosta (di può non lo si può definire) da 25 euro a notte.

Andiamo alla spiaggia di Ribeira d’ Ihlas, la più famosa per le onde. Arriviamo strategicamente alle 8 del mattino così siamo i primi a parcheggiare nel minuscolo parking che però ha il vantaggio di essere proprio sul mare. Sulle spiagge non fanno dormire e i portoghesi controllano tutto, tanto da chiederci anche le tessere del camping per verificare se non avessimo dormito fuori. Non conoscendo il posto ed essendo arrivato in piena bassa marea, osservo la spiaggia separata dall’acqua da una trentina di metri di scogli. Dentro di me penso che il posto non è adatto a nessuno, tanto meno ai nostri ragazzi che difficilmente potranno fare il bagno in quelle condizioni. In verità mi sbagliavo, perché una volta accettata l’idea di non poter stanziare in campeggio e di doversi muovere la mattina presto (ribadisco prima delle 8 – altrimenti sarebbe impossibile parcheggiare), Ribeira si rileverà sorprendentemente piacevole e divertente per tutti. Infatti ci sono onde per ogni livello, un comodo localino dove mangiare con poco (addirittura dotato di wifi gratuito), la scuola di surf per grandi e piccoli, le docce e soprattutto la nostra casa a 20 mt. dal mare !!

Acquisto una lezione di surf per me e per Arianna (20 euro a persona per 2 ore con 2 istruttori in acqua e fornitura di tutto il materiale – tavole, mute, scarpette). Ci divertiremo moltissimo riuscendo entrambi, a fine lezione, a prendere le onde e fare molti metri senza cadere (non male per essere la prima volta).

Dopo pranzo arriva l’ alta marea ed il bagno (così come il surf) sono “off limits” a causa del fortissimo shore break che solo i bagnanti locali oseranno sfidare non senza qualche incidente. Con l’arrivo della nuova bassa marea (sono ormai le 19) entro in acqua con i bambini per una meritata (per loro) session serale di body board.

mercoledì 28 luglio – lezioni di surf

 La prospettiva di Ericeira cambia ancora in meglio dopo che anche i più piccoli faranno la loro prima lezione di surf. Sono due bambini eccezionali e in meno di un’ora, aiutati dall’istruttore (grande Bruno !), saranno in grado si mettersi in piedi e persino accennare delle curve. Io noleggerò un surf (10 euro tutto il giorno) e cercherò di mettere a frutto gli insegnamenti del giorno prima. Altra giornata di sole e di mare indimenticabile.

giovedì 29 luglio – Cabo do Roca

Ancora Ericeira e ancora surf per tutti. Le condizioni del mare sono le stesse dei giorni precedenti, bassa marea la mattina (i locali sono tutti a spasso sugli scogli a caccia di polpi e mitili), con onde più veloci e ripide alta marea all’ora di pranzo, con onde inizialmente ideali, poi troppo vicine alla riva con shore break conseguentemente pericoloso. C’è nebbia (incredibile ma vero siamo a luglio ed in acqua sembra di stare nella pianura Padana in inverno) e dopo pranzo lasciamo Ericeira per avvicinarci a Lisbona. Dopo aver visto alcune belle spiagge a sud di Ericeira (Praia do Lizandro e Praia di St. Johao) e dopo aver comprato la muta nuova in un outlet vicino Foz do Lizandro (una NP 4/3 bellissima a soli 140 euro) ci dirigiamo alla Praia Grande di Sintra. Non essendo riusciti a parcheggiare e considerato il tardo orario, decidiamo di salire a Cabo do Roca per poi scendere sul lato opposto ed entrare al camping Obritur di Guincho.

Cabo do Roca è il punto più ad ovest d’ Europa (solo circa 5000 km separano questo luogo dagli Stati Uniti) e dalla ripida e alta scogliera dominata da un faro si gode un panorama stupendo, ancor più bello trovandoci al tramonto. Si potrebbe dormire anche lì, sulla scogliera, ma un addetto del locale ufficio del turismo ci avverte che a volte ci sono vagabondi che vengono ad infastidire il sonno ai camperisti. Siamo troppo stanchi per rischiare e ci dirigiamo al camping.

Il campeggio, pur essendo negli standard Orbitur (non caro e dotato di tutti i servizi, compresa la piscina ed il WiFi) è lontanissimo dalla spiaggia (almeno 2 km da dove si pratica il surf) e si trova in una fitta pineta che non lascia molte possibilità di parcheggio ai nostri camper. Infatti le piazzole sono più adatte ai piccoli Van ed alle tende ed impiegheremo quasi mezz’ora per trovare due piazzole in decisa pendenza.

venerdì 29 luglio – Guincho

Giornata di riposo, per prepararci alle due visite dei prossimi giorni. Abbiamo valutato il camping come ottimo punto di partenza per visitare sia Lisbona che Sintra. La mattina io e Adriana andiamo a Cascais sfruttando la lunga ciclabile che da Guincho la raggiunge per poi continuare verso l’ Estoril.

L’andata sarà una vera passeggiata, mentre al ritorno dovremo sfidare il forte vento locale (la “nortada”) e arriveremo decisamente stanchi al campeggio con sulle spalle una trentina di km che potrebbero equivalere a 50 !! I ragazzi si dilettano con la piscina ed io nel pomeriggio scendo in spiaggia per fare qualche foto. Ci sono condizioni impegnative ed non ho la minima idea di sfidarle. In acqua una ventina di kite e altrettanti windsurf che equamente si dividono l’ampia spiaggia.

Guardando il mare a sinistra ci sono i kite (con onde decisamente più grandi) e a destra i WS il vento è molto on shore e lo shore break non scherza affatto. Il fondale non è degradante e bisogna calcolare bene i tempi per entrare e uscire dall’ acqua per non essere macinati a dovere.

I WS, uscendo sul lato destro, devono stare anche molto attenti a tenersi lontani dai due grossi scogli che dividono la spiaggia in due archi. Me ne torno al camper con la convinzione che il Guincho non è per me e che potrò fare tranquillamente il turista per i prossimi due giorni indipendentemente dalla presenza o meno di vento.

sabato 31 luglio – Lisbona

Con il taxi (6 euro) andiamo a Cascais dove acquistiamo i biglietti A.R. della metro di superficie per Lisbona (30 minuti circa). Di Lisbona non racconto nulla perché sono tutte informazioni reperibili sulle guide, tranne il fatto che in un giorno riusciremo a girare tutta la parte centrale e la Torre di Belem e fare anche un po’ di shopping in centro. I taxi non sono cari (tariffa fissa di partenza 2.5 euro e poi veramente poco anche per medie percorrenze), mentre i tram e i bus costano 1,4 euro a viaggio, bambini compresi, e sicuramente può convenire l’acquisto di un biglietto giornaliero.

La sera al camping ci sarà un concerto live di un gruppo cover dei Queen (davvero molto bravi) ed il divertimento sarà assicurato dalla grande partecipazione del pubblico internazionale che popola il campeggio. P.S. anche oggi al mare 30 nodi fissi !

domenica 1 agosto – Sintra

Lasciamo il camping per visitare Sintra (bellissima, ma anche qui vi lascio alle descrizioni delle guide) con un vento decisamente forte sin dalla mattina. Questa volta i suggerimenti della reception del campeggio non si riveleranno validi e tutto sommato sarebbe stato meglio uscire con i camper. Infatti a Sintra c’è un ampio parcheggio vicino alla stazione, mentre i costi e i tempi di trasferimento con i bus non saranno affatto buoni (noi spenderemo 46 euro e al ritorno, tra attese, fermate, curve e cambi di bus impiegheremo più di 2 ore per tornare al camping dove, finalmente, i ragazzi si potranno godere ancora un paio d’ore di sole e di piscina).

La sera, stanchi e affamati, andiamo a cena in una taverna vicino al camping ( “O Correio de Areia” si prende la traversa di fronte – estrada de Arreia), il cui “gerente” su invito e sponsorizzazione del cognato italiano, ci proporrà una cena a base di pesce (da assaggiare assolutamente il Rabàlo al forno e i filetti di baccalao fritti dorati), gustosissima e abbondante, per soli 22 euro a persona consigliatissimo !!

lunedì 2 agosto – Alentejo

Lasciamo presto la mattina il Guincho diretti a sud. In breve tempo attraversiamo Lisbona e tramite il ponte “25 aprile” (forse il ponte a campata unica più lungo d’Europa, almeno finché non sarà realizzato quello sullo stretto di Messina) entriamo nella penisola del Setuball e la percorriamo tutta sino alla città (la terza per importanza del Portogallo) che le dà il nome. Da Setuball, tramite comodissimo ed economicissimo ferry boat (14 euro e circa 20 minuti di attesa tra una barca ed un”altra) attraversiamo la foce del fiume Sado e sbarchiamo a Troia (si, si chiama proprio così), evitando così almeno 60 km di strada.

Siamo in Alentejo, la regione più disabitata del Portogallo. L’impatto è ottimo, la penisola di Troia è tutta parco naturale e si può raggiungere il mare solo lasciando la macchina sulla statale ed attraversando almeno un km di dune o servendosi dei pochissimi parcheggi nei pressi dei centri abitati più importanti. C’è però anche la possibilità di raggiungere spiagge che affacciano all’interno, dove in giornate di forte vento e mare grosso si possono sicuramente recuperare ore di windsurf e bagno senza particolari rischi.

Noi ci fermiamo a Comporta, spiaggia bellissima con mare caraibico e sabbia bianca apprenderemo in seguito che la predetta spiaggia è stata nominata 2° sito balneare del Portogallo nel 2008 e nel 2009.Il parcheggio è sempre lontano e quando si alza un vento al limite della planata, rimango in attesa di vedere l’evoluzione prima di decidere se affrontare la fatica del trasbordo dell’attrezzatura. Meno male, perché il vento durerà un’oretta circa ed in quel tempo, forse, sarei riuscito solo a montare la vela. Nonostante ci dicano che molti camper si fermano per la notte, seguendo le indicazioni del bagnino, lasciamo la praia de Comporta e ci dirigiamo più a sud alla praia de Galè (poco prima di Melides) dove ci è stato detto esserci un camping di gran qualità in un luogo anche più bello di quello in cui ci trovavamo.

Questa volta il suggerimento sarà più che valido ed il campeggio (che però è a circa 4 km di strada sterrata dalla statale) si rivelerà un luogo piacevole in cui trascorrere le ultime ore della nostra permanenza in Portogallo.

martedì 03 agosto – Praia de Galè

Intera giornata al mare tra materassino, body board e bagni (finalmente senza muta) Corinto con la bici si spingerà più a sud fino al lago di St. Andrew dove vedrà molti camperisti accampati (in campeggio libero) sulle sponde del lago (che si trova subito a ridosso del mare, con acque sicuramente più calde e tranquille di quelle dell’ oceano). Se avessimo avuto altri giorni questo luogo sarebbe sicuramente stato un buon posto cui trascorrere qualche altro giorno di vacanza se pur sempre nella natura ma senza servizi.

mercoledì 04 agosto – Trujillo

Purtroppo è il giorno della partenza. Arianna ha appena scoperto che Simao e Ana, gli amici conosciuti al Guincho, sono di Grandola, una cittadina a 30 minuti dal camping e questi, appena saputo del nostro arrivo, sono corsi a passare la mattina al mare con noi. Pranziamo assieme e poi lasciamo l’oceano per iniziare il lungo viaggio di rientro. Sono più di 1200 km e contiamo di dividerli in due tappe, fermandoci nei pressi di Madrid per la notte la prima parte del viaggio è bellissima si attraversano zone completamente disabitate e dalla natura inattaccata dall’ uomo, ma il caldo si sente davvero (fuori ci sono oltre 40°) e noi non siamo più abituati. Dopo una sosta per la spesa e per la visita del borgo medievale di Trujillo in Estremadura (siamo già in Spagna) ceniamo e percorriamo altri 200 km per avvicinarci a Madrid, prima di fermarci a dormire presso una stazione di servizio Repsol aperta 24 ore.

Trujillo
giovedì 05 agosto – Madrid – Barcellona

Nelle premesse è il peggior giorno della vacanza (essendo essenzialmente dedicato al viaggio di rientro) e tale si rivelerà anche a causa dello scoppio di un pneumatico (il posteriore destro) in autostrada, avvenuto per fortuna su un rettilineo e in una situazione di traffico tranquilla. Alla guida c’era Adriana, ma in quel momento eravamo tutti davanti per vedere il panorama. Uno scoppio improvviso, forte come il colpo di una cannonata e poi le prime due sbandate della coda, non tanto percepite da noi in cabina ma che Corinto ci descriverà in modo abbastanza pauroso. Per fortuna non eravamo in curva o in sorpasso e che Adriana (che ha molte ore di guida del camper alle spalle) è riuscita a mantenere il sangue freddo e fermare il camper in corsia di emergenza senza danni. Davvero una brutta esperienza che deve far riflettere sulle alte velocità che spesso noi camperisti manteniamo in autostrada e sul comportamento prudente da mantenere alla guida in condizioni di traffico. Avevo provveduto a far controllare lo stato dei pneumatici (che avevano 4 anni e circa 30.000 km all’ attivo) e la pressione delle gomme (con azoto) precauzioni non sufficienti, probabilmente a causa del caldo, del peso e delle non perfette condizioni del manto stradale. La sostituzione del pneumatico richiederà a me e Corinto circa 40 minuti, ma alla fine si rivelerà più facile di quanto temevamo.

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In serata giungiamo a Barcellona e dopo l’inutile ricerca di una prima area di sosta nei pressi del Forum, segnalata in un elenco scaricato da internet, ci rechiamo presso il Parking Iglesias – Pueblo Espanol (Pasaje Can Clos s/n incrocio con Avda Montanyans s/n, dietro il Pueblo Espanol, ben segnalato ed aperto 24 h – costo 25 euro per 24 ore) è sicuramente la migliore ,se non l’unica, soluzione per Barcellona e si è a due passi dal centro e dalla Metro – stazione plaza d’ Espana).

venerdì 06 agosto 2010

Intera giornata dedicata alla visita della città e allo shopping nelle Ramblas. Vedremo il Parc Guell (con le opere di Gaudì), gli edifici disseminati da quest’ultimo per le vie centrali della città, la Sagrada Familia, il barrio viejo ed il barrio Gotico.

Al rientro un sms della Grimaldi ci avviserà che la partenza ed il relativo imbarco sono posticipati di circa 5 ore e così avremo tutto il tempo per sistemarci e cenare con calma prima di scendere al porto.

Note finali – costo nave 560 euro con cabina esterna A.R- camping circa 300 euro- carburante e autostrade 600 euro (per circa 3500 km di percorrenza)