Diari di viaggio,  Italia,  Surf e Sup

Sicilia tour 2004

Inizio questo resoconto di viaggio facendo una premessa.

Trattandosi del nostro primo viaggio in assoluto in Sicilia, abbiamo ritenuto opportuno, anche in considerazione del tempo a disposizione (10 giorni)  effettuare un tour  che toccasse le località più significative di questa splendida isola. Se avessimo dovuto puntare tutta la vacanza sul Windsurf, probabilmente avremmo ottenuto un bilancio molto positivo, ma avremmo dovuto stanziare essenzialmente sugli spot più indicati per il periodo (essendo estate quelli da “termico”) ed avremmo perso l’ opportunità di vedere molte meraviglie. Ciò nonostante siamo riusciti a conciliare arte, storia, cultura e Surf, con tre belle uscite in altrettanti spot. In alcuni casi siamo usciti in spot poco conosciuti, e siamo rimasti a bocca asciutta in quelli più blasonati (Puzziteddu o Tremestieri).

Cosa certa siamo tornati a casa ancora più ricchi di esperienza  e spero che questo racconto possa esservi utile per provare le nostre stesse emozioni.

 Venerdì 18 – Napoli imbarco

Siamo partiti da Roma alle ore 15 e siamo arrivati al Napoli intorno alle 18 e  15. Imbarchiamo puntualissimi sulla nave della Tirrenia che avevamo prenotato da Roma. La fortuna ha voluto che ci assegnassero una cabina di prima con quattro letti (in realtà avevamo prenotato una cabina per due persone ed un passaggio ponte).  La cabina così come la nave è modernissima pulita e molto ampia e i bambini sono letteralmente impazziti di gioia. Sulla nave c’è di tutto scale mobili, cinema, sala giochi, unico neo,  non si vede Rai uno dove facevano la partita Italia Svezia che nella disperazione generale sentiremo  per radio. Mangiamo al self  service e poi a nanna. 

 Sabato 19 – Riserva dello Zingaro

Arrivo a Palermo alle 6.30, sbarchiamo e ci rechiamo a Monreale per fare visita allo splendido duomo (solo dall’ esterno in quanto erano le 7.30). Facciamo una buonissima colazione in un bar tipico della piazza centrale e lasciamo la splendida Cattedrale dirigendoci a Scopello. Qui, optiamo per una spiaggia a ridosso della riserva dello Zingaro, dove per  5 euro ci fanno stare e pernottare praticamente in mare. Si tratta di una caletta di ciotoli bianchi e scogli che creano il classico effetto piscina con un ruscello che, sbucando dalla vegetazione  sfocia in mare. Dopo una decina di bagni (fa caldo ma si sta d’incanto), verso sera ci spostiamo per andare a vedere il Tempio di Segesta. Qui arriviamo alle 18.40, troppo tardi per fare il biglietto (entro le 18). Ci accontenteremo di vedere e  fotografare il suggestivo tempio da fuori per poi tornare a Scopello. Scopello è un paesino delizioso e ben tenuto, merita  una sosta di sera ed una visita alla tornara  proprio davanti a due splendidi faraglioni. Giovanni, un ragazzo di Palermo conosciuto sulla spiaggia ci porterà ad assaggiare il pane “cunsato” (pane fatto legna condito con olio, pepe, pomodori pachino, formaggio primo sale, acciughe e capperi) e lo “Sfincione” (una pizza alta con pomodoro e cipolla); un consiglio, munirsi di una buona bottiglia di Ferrarelle per la notte. Torniamo a dormire sulla spiaggia, c’è molto vento ed accennerà anche un piccolo temporale, ma la mattina successiva ci sveglieremo con il sole.

Segesta
 Domenica 20 – San Vito lo Capo

Sveglia con un silenzio ed un panorama inenarrabile. Colazione, e di nuovo in spiaggia per una mezza giornata di bagni. Alle 15.30 seguendo il consiglio di Giovanni ci muoviamo alla volta di San Vito lo Capo dove arriviamo alle 16.30 giusto in tempo per prendere il posto di qualche camper che lasciava la spiaggia. A San Vito lo Capo troviamo una spiaggia bellissima con un’acqua degna della miglior Sardegna. Il parcheggio è sulla spiaggia ma è a pagamento (0,52 cent x ora dalle 8 alle 24)  e di ausiliari sono inesorabili (la sera per soli 30 minuti di ritardo ci becchiamo una bella multa). Comunque a 100 metri dal mare c’è una sosta camper (a noi non piaceva) con carico e scarico delle acque per € 10 al giorno (349 6377140). Il vento è da terra, come a Scopello, abbastanza forte ma rafficato;   non mi va di montare visto che le condizioni non sono particolarmente attraenti. 

 Lunedì 21 – Erice

Dopo una decina di bagni nella piscina di San Vito alle 17.30 partiamo dirigendoci ad Erice. La salita è mozzafiato; i panorami sono incredibili, gli strapiombi pure ma la visita può valere da sola il viaggio in Sicilia. Parcheggiamo il camper lungo una pineta dove altri camperisti ci dicono che la sosta è consentita e gratuita. Poi al volgere del tramonto ci inerpichiamo per i vicoli del paesino medievale lungo le mura Puniche sino al castello dal cui belvedere si gode una visita senza pari, da un lato su San Vito e sul monte Cofano, dall’altro su Trapani e sulle isole Egadi. Compreremo dei dolci di Marzapane e faremo un aperitivo  assistendo al tramonto sulle isole; indimenticabile. Dormiamo ad Erice.

Tramonto a Erice
Erice
 Martedì 22 – Stagnone – Mozia

Lasciamo Erice e lungo la discesa ci fermiamo ad un fontanile dove facciamo rifornimento d’acqua e su una griglia per scaricare le acque grigie. Poi sosta a Trapani per la spesa e per il carburante e subito dopo ci dirigiamo alle saline. Il luogo è molto suggestivo e sarà molto interessante per Alessandro ed Arianna vedere come si fa il sale. Dalle saline ci si può imbarcare per visitare l’isola di Mozia uno dei più antichi insediamenti Fenici della Sicilia. Scegliamo il secondo imbarcadero che pratica gli stessi prezzi del primo, ma ha il parcheggio custodito per  un solo euro di differenza (non si s a mai). L’isola di Mozia è graziosa, ricca di rovine e con un museo (al quale manca però il pezzo più importante, una statua Punica temporaneamente in mostra ad Atene). Fa caldo, ma non rinunciamo a  passeggiare tra i sentieri nella macchia mediterranea dai quali di tanto in tanto spuntano suggestive rovine. Sicuramente la più importante è la Porta  Nord da cui partiva la strada sommersa che collegava all’isola alla terraferma; molto interessanti saranno anche i resti di un mosaico raffiguranti cavalli mitologici. Al ritorno faccio alcune belle foto alle saline ed ai mulini e poi cerchiamo un punto per uscire con il surf. In realtà ci troviamo già nel famoso spot dello “Stagnone”, ma la spiaggia e bruttina e c’è poco vento. Il custode del parking ci consiglia di andare a torre San Teodoro che dista solo cinque chilometri. Arrivati lì il vento è buono (13 nodi) ma troppo on shore ed inoltre non c’è nessuno in acqua. In lontananza però si vedono dei kite e dei ragazzi ci diranno che si tratta del lido Marausa e ci spiegheranno la strada per raggiungerlo. La scelta sarà ottima uscirò con l’ 87 lt. e la 5,9 sopravvelato; la spiaggia è bella ma il mare è piatto; all’ orizzonte l’isola di Favignana. La sera partiamo, attraversiamo Marsala, Mazara del Vallo, e arriviamo per la sosta sullo spot Wave più famoso della Sicilia. Si tratta di Puzziteddu (località Kartibubbo), dove cenando di fronte al mare accanto alla casa di Thomas (scuola di surf) con una buona bottiglia di Nero d’ Avola” assistiamo alla eliminazione dell’Italia dagli europei. La notte sarà tranquillissima e gratuita.

 Mercoledì 23 – torre Salsa – Bova Marina

 Al risveglio lo spot  sarà tutt’ altro che Hawaiano; “patana totale” per intenderci. La spiaggia inoltre è davvero bruttina; decidiamo allora di andare a visitare Selinunte e i suoi templi, anche perché il cielo è un po’ velato e non fa troppo caldo. Ci fermeremo anche alle Rocche di Cusa, cave di tufo dalle quali i greci prelevavano la materia prima per la costruzione dei templi. Un trenino elettrico ci accompagnerà all’interno del sito archeologico per la gioia non solo dei più piccoli. Dopo la visita ci dirigiamo a Torre Salsa, un’area di sosta che ci era stata consigliata da Giovanni quando eravamo a Scopello. Il vento è assente. A Torre Salsa ci dicono che possiamo stare solo se sostiamo tre giorni (troppi per noi);  (il costo sarebbe di € 10 a notte per il camper e di quattro euro a persona). Decido di telefonare a Giovanni e lui ci dice di andare alla vicina Bova Marina che si trova sulla stessa spiaggia. Anche in questo caso la scelta sarà ottima; dormiamo sul mare in una spiaggia molto bella dopo aver fatto molti bagni ed una passeggiata sulla spiaggia deserta per tre chilometri fino ad Eraclea Minoa.

 Giovedì 24 – Capo Passero

 Ci svegliamo nel silenzio più totale, (questa volta eravamo veramente soli); dopo poco viene il titolare del chiosco bar (gentilissimo e simpaticissimo) il quale mi offrirà il setaccio per raccogliere le arselle (dopo mi spiegherà anche come cucinarle). Dopo altri bagni, pranziamo e partiamo in direzione Capo Passero. Seguiamo la costa, superiamo Agrigento (da uno svincolo si può osservare anche il grande tempio) e continuiamo in direzione Ragusa per  poi deviare sulla costa  proprio a Marina di Ragusa. Proseguendo verso Pachino (paese dal quale prendono il nome i famosi pomodorini) all’altezza di Pozzallo, noto una decina di kite in azione. Rapida sarà la sosta e divertente la surfata con un buon vento termico e la 6.6; i locals mi diranno che si tratta dello spot con il miglior termico della zona e che se voglio fare il surf nei giorni successivi mi dovrei fermare lì. La tentazione c’è, ma il tempo è tiranno e la spiaggia non è bellissima, quindi smonto, e vado  a porto Palo – Isola delle Correnti. Ci dirigiamo al porto per vedere se è possibile dormire lì ma  non ci sono camper; allora decidiamo di cercarci una buona trattoria per la cena. Mangeremo al “Fico d’India” un’ottima cena a base di pesce fresco per soli € 56 in quattro . Alla fine  esausti dormiremo davanti alla trattoria 

Barocco siciliano
Venerdì 25 – Isola delle Correnti

Al risveglio, una signora che con la pompa stava lavando il suo cortile, mi offre il tubo per ricaricare il serbatoio dell’acqua; al porto completiamo le operazioni di scarico e dopo aver raccolto una bella cassetta di pomodori pachino (naturalmente autorizzati dal contadino e completamente gratis) raggiungiamo il parcheggio dell’isola delle Correnti. Nessun problema a parcheggiare il camper davanti al mare (saremo in tre). La spiaggia non è male, c’è sicuramente di meglio, ma il posto è suggestivo e l’isolotto con il faro si può raggiungere anche a piedi. Bagni e ancora bagni, ma il vento arriverà tardi nel pomeriggio e intorno ai 9 – 10 nodi; decido comunque di montare sperando in un “calasole”. Lo scenario per surfare è bellissimo ma non si plana. Allora decido di fermarmi ma non smonto per far asciugare l’attrezzatura. Vado a fare una bella doccia calda nel camper , e … sorpresa, appena finisco  il vento si è alzato (c.a. 14 nodi),… e c’è pure un po’ d’onda; è una condizione molto on shore, ma io sono avvelenato, mi rimetto la muta e mi precipito in mare. C’è il tramonto, il faro, e sono solo in una natura incontaminata a surfare, strambare e saltare come un matto sotto gli occhi degli altri equipaggi che stavano cenando, cosciente che la manna non durerà più di un’ora anche perché la notte incombe. Alle 21 finisce tutto ma sono veramente appagato e affamato. Dormiremo lì con gli altri camperisti con cui socializzeremo tra un racconto di viaggio  e un bicchiere di limoncello.

Sunset a Capo Passero
Sabato 26 – Vendicari – Siracusa

Lasciamo presto porto Palo. Ci fermiamo solo per una foto alla riserva naturale di Vendicari (molto bella) in quanto abbiamo appuntamento con una cugina di mio padre a  Noto (città barocca); passeremo l’intera giornata con Jana e dopo aver visitato la splendida cittadina, scendiamo per un bagno alla spiaggia di Fontane Bianche (si tratta di una spiaggia bellissima degna di San Vito); l’acqua è calda e mangiamo in spiaggia della frutta facendo bagni per quattro ore. Poi Jana ci porta a Siracusa, ci offrirà una freschissima spremuta di arance e pompelmo a casa sua, e poi con la macchina ci farà visitare l’isola di Ortigia. Un gelato buonissimo ed  un ambiente molto gradevole renderanno piacevolissima l’unica grande città visitata. Alle 19 lasciamo Siracusa diretti sull’Etna. Saliamo dalla parte di Nicolosi e arriviamo al rifugio sapienza di notte inerpicandoci tra le colate di lava dell’ ultima eruzione. Fa fresco e mangiamo con le finestre chiuse, anche per la presenza di centinaia di coccinelle; dormiremo nel parcheggio del rifugio a quota 1900 metri.

Siracusa
Domenica 27 – Etna

Sveglia alle ore 8; rapide informazioni per capire che si tratta di una ottima giornata per salire con la jeep sino a quota  3000 mt. (Punta del Filosofo) da dove goderemo di un panorama meraviglioso. Faremo un trekking di circa un ora con la guida sul bordo degli ultimi due crateri ancora fumanti dell’eruzione del 2001. Il paesaggio è lunare e indescrivibile; la vista è da scuola di geografia; si vede la Calabria, e sino  a Siracusa. Dopo aver raccolto decine di pezzi di lava ed aver comprato il miele locale (parlo di crema di miele al pistacchio, non so se mi spiego!)  lasciamo il rifugio sapienza scendendo verso Zafferana. Faremo una piccola sosta al belvedere del Monte Zoccolaro, dal quale abbiamo potuto fotografare la valle del bove completamente inondata dalla lava della eruzione del 1991/93.

All’ora di pranzo saremo a giardini Naxos dove sosterremo all’ area di sosta Lagani (c.o zona Recanati) (€ 10 a notte per la sosta, carico e scarico). Sarà l’unica sosta in un’ area attrezzata di tutto il viaggio. Il mare dista circa 200 metri da percorrere lungo un sentiero in ombra che corre vicino ad un fiumiciattolo. Qui di fare surf non se ne parla, anche perché manca la materia prima, il vento. Faremo comunque un bel bagno tra gli scogli di lava nera, e poi dopo una bella doccia calda con grande sorpresa ci raggiungono due amici di Roma (Marco e Antonella) che faranno il nostro percorso in senso inverso. La sera visitiamo Taormina che raggiungiamo con l’autobus. La cittadina è molto bella e ben frequentata; peccato che Alessandro si addormenterà subito e ce lo dovremo portare in braccio per tutta la sera.  

 Lunedì 28 – Naxos – Messina

Dopo il racconto del faticosissimo viaggio di Marco sulla Salerno – Reggio Calabria, chiamo il numero verde della Caronte per prenotare il traghetto da Messina a Salerno. Abbandoniamo anche l’idea di andare a visitare le gole dell’ Alcantara, in quanto ci viene riferito che l’acqua è molto alta e non sono percorribili. Passeremo così una mattina di bagni con Marco e Antonella per poi lasciare Naxos alla volta di Messina subito dopo pranzo. Vorrei tanto fare surf nello stretto e mi fermo alla spiaggia di Tremestieri. Sono le 16 e di vento non se ne parla, allora, anche in considerazione che la spiaggia non è molto bella riprendiamo l’ autostrada, superiamo Messina e torniamo indietro sulla costa per raggiungere il famoso “Pilone” di Cariddi. Sarà faticoso districarsi con il nostro camper di sette metri tra le stradine strette ma ce la faremo e sebbene anche lì non ci sarà  vento ci goderemo un bel bagno nel luogo dove si incontrano i due mari, al passaggio delle “Spadare” che rientrano in porto dopo la battuta di pesca. Anche se ci fosse stato vento avrei avuto seri dubbi ad entrare in acqua dal momento che la corrente era talmente forte da far “spaperare” il mare pure in assenza d’aria. Alle 20 ci rechiamo al porto di Messina dal quale partiremo puntuali per attraccare a Salerno alle 9.20 del giorno dopo.

 Martedì 29 – Imbarco e rientro

Percorsi 1570 chilometri, con una spesa complessiva di circa € 1000 arriveremo a casa all’ora di pranzo.