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Garfagnana in e-bike

Era un po’ di tempo che meditavo di visitare quest’area a nord di Lucca.

Si tratta di una zona sicuramente non troppo turistica e forse un pò sottovalutata. Avevamo 5 giorni a disposizione ed essendo il primo ponte post lock down non era assolutamente pensabile recarsi in qualche località di mare (vista anche la previsione di totale assenza di onde).

Mia madre mi raccontava di aver avuto il suo primo incarico da insegnate a Piazza al Serchio e di avermi portato con lei lì, dove avevo frequentato quasi un anno di asilo. Un incarico non certo comodo, se si pensa alla distanza e alle strade (era la fine degli anni ’60 e vivevamo a Pisa), ma che aveva fatto scoprire a lei e a mio padre posti affascinanti che in seguito erano diventati meta di molte gite “fuori porta”.

Sono partito quindi con una doppia curiosità: scoprire nuovi luoghi, ma soprattutto rivedere qualche posto della mia infanzia di cui avevo dei brevissimi e sfuocati flash.

Prima di iniziare il racconto di questo viaggio, ecco il video racconto che riassume la bellezza e la storia millenaria di questa parte della Toscana.

Per spezzare il viaggio, sia all’andata che al ritorno, ci siamo fermati intorno Siena, soste davvero emozionanti che sono oggetto di altro articolo che se avrete voglia potete leggere in questa sezione del mio blog.

Ripartiti da Monteriggione dopo pranzo in un paio d’ore abbiamo raggiunto la prima meta del nostro breve tour nella Valle del Serchio.

Lungo la strada che costeggia il fiume non si può non fare una sosta al Ponte del Diavolo nei pressi di Borgo a Mozzano.  

Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione (attribuita a Matilde di Canossa – XI secolo) secondo cui il ponte fu costruito da San Giuliano che, non riuscendo a completarlo per l’eccessiva difficoltà, chiese aiuto al diavolo in persona, promettendogli in cambio l’anima del primo essere vivente che vi fosse passato sopra. Una volta terminato il ponte, San Giuliano vi tirò sopra un pezzo di focaccia, attirandovi un cane e beffando così Satana.

BARGA

Inserita nella lista dei Borghi più Belli d’Italia e città natale di Giovanni Pascoli ( nelle vicinanze è visitabile la sua casa e la cappella dove è sepolto), Barga merita una visita.

Come quasi tutti i comuni della Garfagnana è fornita di  una comoda abbastanza grande area sosta camper proprio a 200 mt dalla porta di accesso del borgo.

La cittadina non è grandissima ma per arrivare al Duomo, conosciuto come la Collegiata di San Cristoforo, e al Teatro dei Differenti bisogna arrampicarsi un po’. La nostra visita durerà all’incirca un paio d’ore; lungo il percorso tanti palazzi rinascimentali, ma anche locali e ristoranti che intuiamo daranno molta vita al borgo nella stagione più turistica.

LAGO DI VAGLI

Lasciamo Braga verso le 17 diretti al lago di Vagli. La strada comincia a stringersi sempre di più e gli ultimi chilometri sono abbastanza impegnativi anche per un furgonato di dimensioni ridotte come il nostro.

Arrivati al lago, scopriamo che il ponte che collega a Vagli di Sotto è chiuso per manutenzione e quindi che la strada per arrivare al camping che avevamo individuato sarebbe più lunga a causa della inevitabile deviazione. Dall’alto vediamo alcuni Van parcheggiati in un piazzale sterrato a bordo lago. Il luogo è incantevole e c’è posto anche per noi che, essendo appena partiti, siamo completamente autonomi.

Sono camper di ragazzi tedeschi, come noi amanti della natura, con bici e sup al seguito e palesemente lì da più di un giorno.

Abbiamo letto che la sosta libera in Garfagnana è ben tollerata e ci parcheggiamo vista lago accanto a loro.

Il lago di Vagli si è formato, infatti in seguito allo sbarramento del Torrente Edron e alla costruzione della diga idroelettrica, iniziata nel 1941.

Interrotti a seguito degli eventi bellici, i lavori della diga terminarono nel 1947 innalzando lo sbarramento a 65 mt prima, a 95 mt poi.
Le acque del lago, salendo di livello, arrivarono a nascondere del tutto i borghi di Pantano, Piari e Fabbriche di Careggine, e gli abitanti furono costretti ad abbandonare le proprie case.

Mi fermo a chiacchierare con un pescatore locale e lui mi racconta che prima di essere sommersa la zona era forse la più popolata di tutta l’area della Garfagnana dopo Lucca e Barga.

Dopo prima di cena i nostri camper vengono accerchiati da un branco di cinghiali; sembrano innocui e solo in cerca di cibo per cui gli offriamo qualcosa e ci ritiriamo per mangiare.

CAMPO CATINO

La mattina successiva prendiamo le e-bike e saliamo fino a Campo Catino. Ci avevano suggerito questo luogo, punto di partenza per numerose escursioni sulle montagne circostanti e reso famoso dal film del regista Veronesi “il mio west” con David Bowie e Pieraccioni.

Il luogo è talmente affascinante che pare che Bowie abbia deciso dopo il film di fermarsi a vivere lì qualche tempo e abbia contribuito al restauro di molte case del borgo. Una sua statua in marmo bianco  lo ricorda in un vialetto.

Dopo aver fatto alcune riprese con il drone continuiamo a salire in bici per raggiungere l’ eremo di San Viviano. Il sentiero sale nel bosco comodo e senza particolari difficoltà fino ad un affaccio panoramico sulle cave di marmo. Da lì la situazione si complica e proviamo a scendere qualche centinaio di metri in sella per poi proseguire a turno a piedi fino all’ eremo.

L’Eremo del Beato Viviano si trova sulle balze orientali del Monte Roccandagia, nei pressi del sentiero che conduce da Campocatino alla Valle di Arnetola. Si tratta di un vero e proprio santuario incastonato nella roccia, a circa 1090 metri sul livello del mare. In questo luogo inospitale conduceva la sua vita di asceta Viviano (Viano) cibandosi dei cavoli selvatici che miracolosamente crescevano copiosi su quelle nude pareti rocciose. Tutta la popolazione di Vagli è fortemente devota a Beato Viano divenuto prima, protettore dei pastori e, successivamente, quando l’economia del territorio è cambiata, dei cavatori di marmo.

Torniamo a valle e ci fermiamo a visitare sia Vagli di Sopra che Vagli di Sotto prima di tornare al camper e caricare le e-bike sul porta bici per muoverci verso il lago di Gramolazzo.

LAGO DI GRAMOLAZZO

Lasciamo il lago di Vagli e tornando sulla strada percorsa in mattinata verso campo Catino valichiamo il passo e iniziamo una lunga, stretta e tortuosa discesa verso il lago di Gramolazzo. Una strada sicuramente da non percorrere con camper di grandi dimensioni, soprattutto in salita, ma che il nostro “Vany” smarca alla grande non senza qualche bella strombazzata sui tornanti.

A Gramolazzo ci aspetta un camping molto accogliente (Camping Apuane) e per fortuna praticamente vuoto proprio sul bordo del lago.

Accendiamo la nostra griglia e ci godiamo la fresca serata sul prato nel silenzio assoluto e con una vista spettacolare sulle Alpi Apuane che fanno da contorno al lago.

Carichiamo le e-bike e l’indomani siamo pronti per un nuovo giro. La ragazza della reception del camping ci suggerisce un itinerario che traccio sulla mia App “My Trail”, percorso che però si rivelerà a tratti impraticabile per la troppa vegetazione e per la mancanza di manutenzione dei sentieri. Dopo aver perso l’orientamento un paio di volte decidiamo di tornare sulla nostra strada e raggiungere il paese sul versante opposto del piccolo lago attraverso strade secondarie e carrarecce.

La vista dalla chiesa dei SS Simone e Giuda di Castagnola è sorprendente. Ci sono ancora tanti nevai (uno sembra un piccolo ghiacciaio perenne) e i colori delle montagne e della neve si mischiano con il verde dei boschi e l’azzurro del cielo e del lago sottostante.

Tagliamo a mezza costa nel bosco fino ad Agliano e poi scendiamo di nuovo al lago. Dopo aver percorso qualche chilometro di statale saliamo alla vecchia chiesa di Gramolazzo (sede anche del museo dell’identità dell’ alta Garfagnana),  per far un volo con il drone da un punto che si rivelerà spettacolare. La salita (percorribile solo a piedi o in bici) è ripida e arrivati alla chiesa il cancello sembra chiuso. In realtà è solo accostato, anche se non c’è nessuno ed il museo e la chiesa sono chiusi.

Entriamo, e mentre Adriana si riposa all’ombra, armo il mio mavic mini per il suo volo.

La serata si conclude al ristorante del camping dove ci viene servito un ottimo cinghiale stufato e una tenerissima tagliata.

L’indomani è il nostro ultimo giorno in Garfagnana. Ci aspetta una giornata emozionante con tante visite (senza bici stavolta) e l’incontro con Arianna (mia figlia), Raffaella, Roberto e Inés (i miei cugini Pisani), che ci raggiungeranno per trascorrere una giornata assieme.

Dopo una sosta d’obbligo a Piazza al Serchio, una veloce video chiamata con mamma che faceva fatica a riconoscere il paese ormai molto trasformato dal tempo e due chiacchiere con il gestore dell’albergo (figlio del proprietario all’epoca delle nostre trasferte), raggiungiamo il castello delle Verrucole dove abbiamo prenotato la visita guidata.

LA FORTEZZA DELLE VERRUCOLE

La fortezza delle Verrucole  si trova a pochissimi chilometri da San Romano in Garfagnana.

Come ci racconterà Diego (la visita varrebbe solo per ascoltare i suoi racconti e aneddoti sul castello), un primo nucleo abitato-difensivo presente nella zona, oggi non più esistente, fu costruito dai conti Gherardinghi che vi dimorarono fino al 1285, anno in cui fu venduto alla Repubblica di Lucca.

La valle era stata inizialmente colonizzata da popolazioni provenienti dal nord Europa ed era zona di transito commerciale  in quanto per lunghi periodi si preferì raggiungere il nord partendo dai porti di Livorno e Pisa evitando di attraversare le insalubri paludi costiere sul versante tirrenico delle Apuane.

Per i secoli successivi Verrucole non conobbe pace: conteso fra Fiorentini, Pisani,  i marchesi Malaspina e gli Estensi fu sovente al centro di aspre battaglie. L’ultima risale al 1520 allorchè, in possesso Estense, fu assediato dall’esercito Fiorentino. Finalmente dalla seconda metà del 1500 i duchi d’Este consolidarono il loro dominio sulla valle ed essa rimase sotto il loro controllo fino all’unità d’Italia.

Dalle immagini riprese volando con il drone si apprezza la struttura medievale della fortezza e la sua posizione strategica a dominio sulla valle sottostante.

Finita la visita ci fermiamo nello spiazzo sotto il castello per mangiare tutti assieme (altro barbeque con salsicce e formaggi appena comprati in un caseificio locale).

Scendiamo quindi prima al lago di Pentecosi per un gelato e il caffè per poi spostarci per l’ultima visita a Castelnuovo di Garfagnana prima di salutarci e rimetterci sulla strada del rientro che ci vedrà arrivare a Buonconvento al tramonto giusto in tempo per fare una nuova bellissima ripresa del borgo con il drone al crepuscolo.

La Garfagnana è stata un’altra grande scoperta. E’ un concentrato di natura e storia, ma anche un territorio molto accogliente anche nei confronti di chi ama viaggiare in camper (nonostante le strade tortuose). Il tempo è stato tiranno, avremmo voluto vedere molti altri posti (come il Parco dell’ Orecchiella, la grotta del vento e la Lunigiana) ma dovevamo rientrare.

Chissà, forse è stato un bene, perché così abbiamo un motivo per ritornare con più calma in un’area che ha ancora tanto da offrire a chi, come noi, vuole fuggire dal caos, immergersi nella natura, vivere una esperienza “slow”, fuori dagli itinerari più battuti del turismo di massa.