Diari di viaggio,  Europa

Bretagna e Normandia 2005

Devo iniziare con una premessa: questo viaggio non rappresenta una meta tradizionale del windsurf “mediterraneo”, la sua realizzazione, questa volta, non nasce dalla voglia di esplorare nuovi spot da riproporre negli anni successivi, ma dal desiderio di coronare un sogno nel cassetto comune a me e ad Adriana. Avevo studiato un itinerario che toccasse gli spot principali della Bretagna e della Normandia, ma mi sono presto reso conto che non sarebbe stato mai possibile chiudere un tour così vasto (4700 km in soli 15 giorni).

Per questo motivo non vedrete nelle foto, le tradizionali tavole sul tetto del mio camper (se proprio troverò le condizioni ideali potrò sempre affittare un’attrezzatura). Per non perdere il “vizio” comunque ho portato con me: 1 paio di Rollerblade, 1 skateboard con vela, albero e boma, 1 muta invernale, 1 body board, 3 mountain bikes

Alla fine tutto ciò sarà utilizzato e in più la Bretagna mi farà un altro regalo, dandomi la possibilità di …no…questa è una sorpresa e ve la rivelerò più tardi.

Ancora prima di iniziare il racconto, alcune osservazioni per quel che attiene il nostro sport preferito: per il Windsurf è sicuramente più adatta la costa ovest (o sud), quella del Quiberon e di La Torche, ma devo ammettere che a giudicare dai pochi windsurf visti in giro, secondo me da quelle parti il nostro sport è in via di estinzione.

Infatti ci sono sempre (dico sempre) onde bellissime e questo favorisce i surfers e i body boarders.

Ho visto dei kite (la pratica è infatti favorevole sia per i fondali degradanti a causa della marea, sia perchè le spiagge sono immense e non c”è nessun problema nel trovare lo spazio per montare e lanciare l” ala, sia perchè in estate il vento supera di rado i 3/4 beauf). A mio giudizio (ma mi posso sbagliare perchè non ho trovato tale condizione) se tira ventone devi essere un fenomeno, perchè se con zero vento ci sono 2 mt d” onda, non immagino come possa essere con 25 nodi.

Dove invece l” acqua è piatta per lo più a causa del basso fondale, si rischierebbe troppo per il gioco della mare che spesso supera i 10 mt. (impressionante quella di Mont Saint Michelle, dove il mare avanza e si ritira per chilometri, da vedere per credere). Insomma, secondo me, come detto in premessa, è inutile andare sin lì al solo scopo di fare windsurf, abbiamo mete mediterranee sicuramente più adatte, più calde e più vicine; meglio munirsi di un bel long board che sicuramente non rimarrebbe sul tetto del vostro mezzo durante la vacanza (io con il body board sono uscito 5 giorni sui 5 in cui mi sono trovato in Finisterre e in tutte le spiagge raggiunte).

Venerdì 19 agosto

Siamo partiti da Roma alle 18.30 e ci siamo fermati a Campo Galliano (poco prima di Modena) alle 22 per cenare e dormire.

Sabato 20 agosto – in viaggio via San Gottardo

Sveglia alle 6 in punto, troppo importante mettere più km possibile alle spalle !! Tutto fila liscio come l’olio, non c’è traffico e alle 12 passiamo il confine con la Svizzera a Chiasso. Il tempo è abbastanza perturbato, ma la visibilità è buona; non fa caldo e alternandoci alla guida attraversiamo la Svizzera, via San Gottardo in circa 3 ore. Faremo solo trenta minuti di coda all’ imbocco del tunnel, ma i panorami dei laghi svizzeri ed il verde luminoso dei prati resteranno sempre impressi nei nostri ricordi. Per la cronaca, nei 27 euro del bollo dell’autostrada svizzera (valido un anno) è compreso anche l’attraversamento del tunnel del San Gottardo, il che rende questo tragitto davvero più conveniente dei ben più cari attraversamenti del Frejus (40 euro a tratta) o del Monte Bianco. La sera arriviamo a Troyes (capitale della regione dello Champane) e sostiamo presso il bellissimo camping municipale (19 euro).

Domenica 21 agosto – Troyes

La notte eravamo stati svegliati dal ticchettio della pioggia sulla mansarda e la cosa ci aveva preoccupato dal momento che le previsioni per il giorno successivo erano veramente incerte; per fortuna ci alziamo con un po’ di sole e quindi decidiamo di fare un tour della cittadina con le biciclette. Siamo una bella squadra di sei bici due delle quali attrezzate con seggiolino per i più piccoli del gruppo. La cittadina è bellissima e soprattutto deserta e la gita si rivelerà veramente rilassante e piacevole. Entro le 13 dobbiamo lasciare il camping, quindi doccia veloce un piatto di pasta e siamo fuori, diretti a Provins, seconda tappa del nostro viaggio. La città Medievale è famosa per il suo caratteristico borgo ma soprattutto per lo spettacolo di falconeria più famoso di francia. I bambini, (ma vi assicuro non solo loro) rimarranno a bocca aperta di fronte alle evoluzioni e alle planate sulla folla di decine di rapaci di razze diverse, dai falchi alle aquile, dalle piccole civette ai giganteschi condor e avvoltoi.

Finito lo spettacolo ci resta il tempo per una passeggiata nella cittadella medievale e poi ci muoviamo alla volta di Eurodisney, tappa fondamentale (almeno per Arianna e Alessandro) del nostro vasto tour. A Eurodisney si può sostare con il camper e per 30 euro possiamo rimanere 2 notti; il parcheggio è super attrezzato e ci sono persino i bagni e le docce.

Appena arrivati, mi rendo conto che il parcheggio è immenso, che c’è un bel vento e che nel gavone prima di partire ho messo lo skate a vela. E così monto la 4.7 e “plano” su e giù per il parcheggio inseguito in bicicletta da un divertitissimo e stupito Alessandro. Gran sudata, doccia e a letto subito perché l’indomani ci aspetta una giornata intensa di parco divertimenti.

Lunedì 22 agosto – Eurodisney

Passiamo l’intera giornata al parco di Eurodisney . C’è veramente tanta gente e tra gli altri centinaia di arabi, tra cui molte donne dal cui vestito nero si intravedono solo gli occhi e qualche fiammante “Nike”. Al di là della confusione il tempo è buono (a dispetto delle allarmanti previsioni) e i bambini si divertiranno un mondo. Il gruppo degli uomini darà forfait alle 19.30, stremato e assalito dai crampi della fame, mentre le donne resisteranno stoiche sino alle 24 per la gran parata finale e i fuochi d’ artificio.

Martedì 23 agosto – Rouen – Honfleur

Lasciamo Dineyland Resort alle 9 in punto diretti a Rouen dove parcheggiamo lungo il fiume per raggiungere il centro storico con le bici. La città è molto bella, ma nulla è comparabile alla magnificenza della cattedrale gotica.

Dopo pranzo lasciamo Rouen e raggiungiamo Honfleur. Qui l’area attrezzata per camper, con vista sul Ponte di Normandia è a 600 metri dal caratteristico porticciolo, che visitiamo al tramonto.

Mercoledì 24 agosto – Normandia

L’ intera giornata sarà dedicata alla visita dei “luoghi della memoria”. Cominciamo con Arromanche dove sostiamo per vedere dall’alto della falesia i resti dell’imponente porto artificiale allestito dagli Alleati per i rifornimenti e la logistica. Assisteremo anche ad un bellissimo film su schermo panoramico a 360 gradi che alternerà immagini originali dello sbarco ad altre della Normandia di oggi. Successivamente facciamo una breve sosta a Longues sur Mer per vedere le batterie di cannoneggiamento tedesche.

Comincia a pioviccicare; è ora di pranzo e ci fermiamo a mangiare qualcosa. Poi con grande emozione visitiamo il cimitero militare americano di Colleville proprio sopra la spiaggia di Omaha Beach che contò il maggior numero di vittime in quel lontano giorno dello sbarco del 6 giugno 1944. Sono nato il 6 giugno e mi toccherà non poco vedere centinaia di croci in marmo bianco di Carrara riportare “quella data” accanto al nome del soldato caduto. E’ ancora presto, continua a piovere.

Il nostro programma prevede una sosta a Bayeux per vedere il più lungo arazzo del mondo; è un’opera monumentale che risale al 1066, perfettamente conservata, in cui si narrano attraverso decine di immagini pazientemente ricamate da artisti dell’epoca, le gesta di Guglielmo il Conquistatore e la battaglia di Hastings; molti, non a sproposito definiscono questo lungo tappeto il primo “fumetto” della storia.

In serata, con ancora nella mente le immagini e le emozioni di quei luoghi andiamo a Mont Saint Michel sotto un temporale veramente intenso e con raffiche di vento che renderanno la guida molto impegnativa. Arriviamo al parcheggio alle 21; c’è ancora luce, ed il temporale continua implacabile, facendoci desistere da ogni velleità di visita notturna. Comunque sotto il ticchettio dell’acqua che batte sulla mansarda ci addormenteremo affascinati dalla vista dell’abbazia sapientemente illuminata.

Giovedì 25 agosto – Mont Saint Michel

La fortuna è dalla nostra parte e ha smesso di piovere, anzi, è uscito un bel sole caldo !!! E’ l’ultimo giorno del mese in cui si verificherà una grande marea (prima di partire avevo scaricato il calendario delle maree da internet) e il massimo è previsto per le 12; così, seguendo i consigli della guida ci appostiamo lungo le mura dell’abbazia con 2 ore di anticipo per osservarla entrare.

E’ uno spettacolo difficile da descrivere. In meno di trenta minuti tutta la sabbia che era intorno alla piccola isola viene inghiottita dal mare; con le onde e la corrente entrerà anche una foca che poi però si dileguerà immergendosi, senza lasciare traccia, nelle acque limacciose. I gabbiani si divertono a farsi trastullare dalla corrente e io “perdo il controllo” e scatto centinaia di foto.

Il tempo di visitare l’abbazia e l’acqua ha già cominciato a ritirarsi e quando lasceremo il parcheggio, tutto sarà ritornato come al mattino, come se una gigantesca mano invisibile avesse stappato un immenso lavandino. Siamo diretti a Cancale (capitale Bretone dell’ostricoltura), quando Adriana legge un cartello lungo la strada che indica un piccolo paese che sembra essere la patria del “carro a vela”. Non esitiamo a fermarci e non appena arriviamo sulla spiaggia realizziamo che il pomeriggio non sarebbe stato più lo stesso. Ci sono almeno 25 nodi e la marea è bassissima: ci sono decine di carri a vela che sfrecciano sulla spiaggia. Chiedo informazioni e dopo dieci minuti eccoci con casco in testa alla guida di questi geniali tricicli semplici come dei piccoli “laser” ma veloci come dei windsurf. Saranno 2 ore di sfide, sorpassi, boline, strambate a palla, virate in boa…!!! Sarà stata la novità ma erano anni che non mi divertivo in quel modo e questa combinazione di vento, marea e disponibilità di carri sarà la più bella sorpresa riservatami da questo tour. Anche Arianna e Alessandro si aggiudicheranno un giro gratuito con il maestro su di un carretto munito anche di volante.

Chiuderemo la giornata con dodici ostriche di taglio medio consumate per 4,80 euro sul molo di Cancale, buttando le conchiglie dagli scogli come da migliore tradizione. Dopo cena ci spostiamo a Dinan a circa 40 km e dormiamo sotto al castello.

Venerdì 26 agosto – Cap Frehel – Erquy

Al mattino è ancora il sole il protagonista, così che dopo una breve visita della città vecchia e delle conservatissime mura, lasciamo Dinan per Cap Frehel. La prima sosta la facciamo per vedere il panorama di Fort La Latte, un castello medievale a picco sul mare. Poi andiamo al faro e dopo esserci saliti facciamo un giro tra le scogliere. La notte la trascorreremo in un campeggio municipale a Erquy (10 euro per un camping che in Italia sarebbe a 4 stelle).

 Sabato 27 agosto – Brehat

Lasciamo Erquy di buon mattino; la prossima meta è l’isola di Brehat.

Le strade Bretoni sono fantastiche, anche una piccola strada provinciale (segnata in bianco sulla carta) è ben tenuta, abbastanza larga e priva di traffico. Si susseguono paesaggi agresti e piccoli villaggi che sembrano usciti da uno di quei plastici in miniatura della nostra infanzia. La caratteristica dell’isola di Brehat è che è interdetta al traffico a motore, per cui l’ unico modo per visitarla è a piedi, con le biciclette o…con i rollerbalde !! L’ imbarco con le proprie bici è consentito entro la 9.30, per cui dobbiamo rinunciare e l’unico “privilegiato” sarà Alessandro, cui sarà consentito di portare la propria bici in quanto piccola; per tutti gli altri si prospetta una bella passeggiata tra deliziose casette e una natura incontaminata. Io porterò i pattini che si riveleranno utilissimi per andare in avanscoperta rispetto al gruppo e poi comunicare via radio portatile la miglior strada da seguire. Alle 18 prendiamo il traghetto di ritorno che in dieci minuti ci riporterà sul “continente”, anche se il cambio di marea lo costringerà ad attraccare a circa 100 metri rispetto al molo di partenza !

In serata raggiungiamo Perros Guirec sulla costa di granito rosa. C’è un vasto parcheggio nei pressi del porto, ma non si può sostare di notte quindi seguiamo per Tregastel dove troviamo facilmente un area di sosta con scarichi (ma tutte le aree hanno gli scarichi!)

Domenica 28 agosto – Ploumannac’h

Iniziamo la giornata con una bella passeggiata a piedi sul “Sentiero dei Doganieri”. Si parte da Ploumannac’h e si cammina lungo la costa sino a Perros Guirec (sono 7 km) in uno scenario che ricorda il nord della sardegna (di 40 anni fa!); è tutto un susseguirsi di massi di granito rosa “tofanati” dall’ erosione, di scogli a picco sul mare di isolette e come al solito di graziose case addobbate con decine di varietà di fiori. Il sentiero prosegue su una distesa di erica, ma noi, stanchi della camminata del giorno precedente lo percorreremo per soli 3 km per poi far ritorno al camper.

Ci spostiamo a Plougrescant, a circa 40 km. La guida suggerisce questa località per l’aspetto lunare del suo paesaggio; il sole splende nel cielo e fa caldo. Troviamo una spiaggia molto bella e solitaria e ci concediamo una lunga sosta ristoratrice.

Nel pomeriggio torniamo a Perros Guirec per far provare ai piccoli l’ebbrezza della guida di una vera mini nave nei pressi del porticciolo turistico. Sono le 18.30, abbiamo ancora molta luce davanti (nonostante sia la fine di agosto, il sole tramonta verso le 21.30) e preferiamo avvantaggiarci di qualche chilometro.

Arriviamo giusti per la cena a Guimiliau, dove si trova il più bel “Calvario” bretone e ci parcheggiamo nella silenziosa e deserta area di sosta comunale.

Lunedì 29 agosto – Crozon

Visitiamo la parrocchiale ed il suo sontuoso Calvario e poi lasciamo Guimiliau per raggiungere la penisola del Crozon. E’ una fantastica giornata di sole e ci sono quasi 30 gradi; dopo aver osservato il panorama dalla scogliera di Cape Dinan, abbiamo adocchiato dall’ alto una immensa spiaggia sicuramente raggiungibile in camper. Sarà una splendida rivelazione!! È veramente una spiaggia molto bella, degna della miglior Sardegna e ciò, unito alla temperatura estiva e a delle perfette, (anche se piccole) onde ci inviterà ad un lungo bagno.

Passiamo una giornata di mare come se fossimo stati in Italia; anche i più piccoli si “tufferanno” e proveranno ad emulare il papà con il body board. La sera ci rechiamo a Camaret sur Mer, porto Bretone famoso per la pesca dei gamberi e delle aragoste. Dopo essere andati a vedere il tramonto sulla vicina Pointe de Pen Hir, ed esserci accertati della esatta posizione dell’area di sosta (per altro molto suggestiva, poiché praticamente adiacente ad un importante “allineamento preistorico”) andiamo al porto a farci una scorpacciata di crostacei.

Martedì 30 agosto – Locronan – Cape Sizun

Oggi il programma prevede di lasciare questa splendida penisola (devo dire a malincuore, in quanto alla fine del viaggio la eleggerò come il posto più bello del trip). Dobbiamo raggiungere il Finisterre e la punta più occidentale della Bretagna “Pointe du Raz”. Come di consueto inseriamo la visita di un piccolo borgo medievale che si trova lungo il percorso. Si tratta di Locronan, una dei villaggi “di carattere” della Bretagna.

Terminiamo la visita all’ ora di pranzo e ci facciamo indicare una bella spiaggia nelle vicinanze. Ci sono le onde, come al solito, e allora via per un’altra sessione di body board; ci sarà occasione anche per battere Corinto in una tiratissima partita con le tradizionali bocce di acciaio francesi comprate al mattino al solito InterMarchè. Nel pomeriggio seguiamo il consiglio di un gentile signore italo-francese che ci suggerisce di non arrivare sino alla punta (du Raz) in quanto i panorami migliori si possono osservare dalle riserve naturali di Cape Sizun e Pointe Melieu. Dalle scogliere di quest’ultima sosterò una mezz’oretta ad osservare alcuni surfisti nelle loro evoluzioni su splendide onde molto formate.

E’ sera ormai (ma qui il sole tramonta non prima delle 21.30 anche se siamo a fine agosto) ed abbiamo giusto il tempo per raggiungere Cape la Torche lo spot “acquatico” più famoso della Bretagna. Arriviamo al tramonto e lo spettacolo che ci si prospetta non è facile da descrivere. Il sole è basso e rosso, sono le 21 passate e nell’ acqua ci sono non meno di un centinaio di surfisti e bodyboarder di tutte le nazionalità; la marea è bassa e i primi surfisti che si ritirano sono delle formiche che riflettono la loro immagine nell’ immensa spiaggia la cui lunghezza (più di 12 km) si perde nell’ orizzonte. Non c’è vento, il mare sembra piatto, ma all’ improvviso si alzano onde perfette di oltre due metri che vengono contese da decine di surfers. E’ la prima volta che osservo lo “swell”, quello vero, quello dell’oceano, e l’emozione è pari a quella provata nell’ osservare la marea a Mont Saint Michel.

E’ troppo tardi per entrare in acqua, ma non abbastanza per fare alcuni scatti memorabili con la digitale. Passeremo la notte nel parcheggio del Capo in mezzo a decine di camper di surfisti.

Mercoledì 31 agosto – Pont Aven

Al mattino il tempo è peggiorato; c’è una nebbiolina mista ad una pioggerella “anglosassone” che non invitano certo al bagno. Per altro le onde sono calate (forse per effetto della marea) e ora non superano il metro. Decidiamo di partire. Non è facile decidere di lasciare un posto così magico e sapere di non poterci tornare facilmente, ma dobbiamo proseguire.

Visitiamo Port Aven, la cittadina di Monet, che con i suoi fiori e i suoi mulini aveva ispirato molti pittori impressionisti. Ci concediamo un pranzo a base di ostriche fresche, salmone e vino bianco gelato.

Lasciamo Pont Aven, e prima di entrare nella penisola del Quiberon ci fermiamo per vedere gli allineamenti di menhir di Kermario a Carnac. Arriviamo sulla grande spiaggia che precede l’istmo che collega il Quiberon alla Bretagna continentale giusto in tempo per concederci un altro bel bagno con le onde; poi entriamo in un campeggio comunale per la notte.

Giovedì 1 settembre – Quiberon – Pornic

Piove ed il nostro programma di effettuare la visita della piccola penisola e della sua “Cote Sauvage” in montain bike deve essere abbandonato e sostituito da una più mesta e veloce visita con il camper. Continua a piovere e allora non resta che anticipare il programma di rientro per dedicare qualche ora in più alla valle della Loira. In realtà sarà l’occasione per fare una piccola deviazione oltre l’estuario della Loira per recarci a Pornic una mondana cittadina dove stanno trascorrendo le ferie dei nostri carissimi amici Francesi. Saremo loro ospiti a cena e la serata servirà per caricare le batterie per affrontare il lungo ritorno.

Venerdì 2 settembre – Amboise

Lasciamo Pornic verso le 12 .30; alle 16.30 siamo ad Amboise; i nostri amici, che ci avevano anticipato di un giorno ci avevano telefonato per segnalarci l’interessante visita del piccolo castello ultima dimora di Leonardo da Vinci, nei cui giardini la IBM ha ricostruito circa 40 modelli delle macchine progettate dall’ italico “genio”. Avevamo già visto molti castelli della Loira in un nostro precedente viaggio e quindi ci era sembrata una valida alternativa per spezzare il cammino.

E questo è l’ ultimo ricordo di questo stupendo viaggio seguiranno altri 1.500 km e un tremendo shock appena varcata la frontiera al Frejus, nel trovare gli stessi lavori autostradali che avevamo lasciato nel viaggio del 1999, l’ arroganza e la prepotenza degli automobilisti italiani, un caldo afoso insopportabile e “dulcis in fundo” l’ assenza totale di acqua nell’ unico punto di scarico per camper (trasformato in una vera latrina a cielo aperto) trovato in 400 km di autostrada.